Nell’ambito dell’attesa manifestazione Atri a Tavola, in programma nella consueta formula del doppio appuntamento estivo dal 12 al 14 luglio e dal 12 al 13 agosto prossimi, ospitata nella cornice di piazza Duchi d’Acquaviva, giovedì 12 luglio alle ore 21 si potrà assistere alla presentazione del libro “Storia della liquirizia in Abruzzo” (ed. Ricerche&Redazioni), scritto dal direttore della Riserva naturale dei Calanchi di Atri, Adriano De Ascentiis.
Sul palco con l’autore, oltre al naturalista Aurelio Manzi, si alterneranno una serie di performance tematiche legate in qualche modo alla liquirizia a cura del cantante, compositore e direttore d’orchestra atriano Concezio Leonzi; del creativo mastro cioccolatiere Ezio Centini di Bisenti (TE); della giovane pasticcera atriana Giorgia Di Egidio, apprezzata (anche) per i suoi cantucci alla liquirizia; della casara Tiziana Feliciani che nella sua azienda agricola produce (anche) ricotte stagionate alla liquirizia; per chiudere con le letture di Alberto Anello su pezzi storici sulla liquirizia relativi all’epoca del secondo conflitto mondiale.
I primi documenti sulla storia della radice dolce in Abruzzo risalgono al 1433, nel territorio di Atri, in provincia di Teramo, dove esistevano già all’epoca toponimi che richiamavano la sua presenza, come ad esempio C.da Regolizie. Da allora le attività legate a questa pianta e al suo utilizzo hanno subìto una veloce ascesa tanto che l’Abruzzo già nell’800 si affermava nel panorama dolciario italiano come una delle regioni più attive nella produzione di liquirizia, capace di richiamare molti forestieri, soprattutto calabresi, i quali, spinti proprio dalla cospicua presenza di questa pianta, utilizzavano i territori costieri abruzzesi come terre di conquiste e di imprenditoria. Una delle maggiori realtà legate alla trasformazione della radice rimane ancora oggi la Menozzi De Rosa di Atri, antica fabbrica per la lavorazione con circa 300 anni di storia alle spalle, avendo iniziato la sua attività nei primi anni dell’800.