Dopo l’evento riservato all’incanto di una selezione di bottiglie provenienti dalla leggendaria cantina dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, lo sguardo della casa d’asta americana Zachys si posa ancora una volta sull’Italia puntando decisamente sull’Abruzzo e sulla storica cantina Emidio Pepe di Torano Nuovo (TE).
Il prossimo sabato 14 novembre, infatti, andranno all’asta alcune fra le annate più iconiche dei vini dello storico vignaiolo teramano, da tempo non più in commercio a causa del numero limitatissimo di bottiglie che ne restano. Saranno battuti anche dei grandi formati come i tre pezzi unici di un’edizione speciale di Montepulciano d’Abruzzo 1985 in Réhoboam (4.5lt). Per rendere l’esperienza ancora più esclusiva, uno dei tre lotti prevederà in aggiunta un weekend in azienda per un workshop di cucina e degustazione insieme alla food writer Mimi Thorisson. Degne di menzione anche le vecchie bottiglie ormai introvabili di Trebbiano d’Abruzzo 2002 e 2004, con il loro potenziale di invecchiamento che le ha rese di culto tra gli amanti dei bianchi d’annata.
L’asta includerà, inoltre, la messa in commercio in anteprima del Montepulciano d’Abruzzo 2015 dalla selezione Vecchie Vigne destinate alla riserva, proveniente dai tre appezzamenti più storici dell’azienda: il vigneto Casa Pepe, piantato da Emidio stesso nel 1974 tramite selezione massale proprio di fronte alla dimora di famiglia; il vigneto Branella, altrettanto importante, piantato nel 1971; e il vigneto Daniela, piantato del 2004. I tre terreni restituiscono ognuno un’espressione diversa ed allo stesso tempo complementare del Montepulciano d’Abruzzo. Storicamente sempre vinificati separatamente e messi in commercio in epoche diverse in base alla loro prontezza gustativa ed al loro potenziale evolutivo, questa volta saranno messi a disposizione degli acquirenti in anticipo per lasciarli liberi di scegliere in autonomia sulla gestione dell’eventuale invecchiamento.
Riconosciuto come autentico artigiano del vino, nel corso degli anni Emidio Pepe ha voluto mantenere inalterate le piccole dimensioni produttive, pur coltivando da subito l’ambizione di fare uno fra i più grandi vini al mondo. Una scommessa vinta, un patto con la natura portato a termine, come direbbe lui stesso. Un sogno finalmente concretizzatosi, che vendemmia dopo vendemmia ha portato il suo Montepulciano d’Abruzzo – tumultuoso nella sua fermentazione spontanea, schietto, mai filtrato, energico e libero di esprimere le caratteristiche di ogni stagione – a fare breccia fra i più grandi collezionisti al mondo, posizionandosi nell’Olimpo dei vini da collezione.