testo di Ivan Masciovecchio.
Situato nell’alta valle del fiume Fino, alle pendici del Gran Sasso teramano, il territorio compreso tra i comuni di Bisenti e Cermignano rappresenta storicamente il luogo d’elezione per la coltivazione del Montonico, autoctono vitigno a bacca bianca conosciuto fin dal 1615 con il nome di Montenego, come riporta una fonte del Catasto Onciario dell’epoca.
Diffusamente presente anche nel resto d’Abruzzo fino agli anni ’60, nel tempo l’areale di produzione è andato sempre più restringendosi, concentrandosi in questa porzione della provincia di Teramo dalle condizioni pedoclimatiche apparentemente poco favorevoli, con inverni rigidi e terreni duri e calcarei. Grazie alle sue innate doti di adattamento, il Montonico ha comunque trovato qui il suo habitat naturale e un’identità propria, risultando altresì piuttosto prolifico – soprattutto in termini di uva da tavola –, rappresentando di conseguenza per secoli un’importante fonte di sostentamento per le popolazioni locali, considerata anche la sua capacità di resistere bene all’appassimento, con esportazioni massicce in particolare verso la Germania.
Per approfondirne la storia e gli aspetti organolettici che lo caratterizzano, Assosommelier Abruzzo ha organizzato per venerdì 17 maggio, dalle ore 20, negli spazi dell’hotel Promenade a Montesilvano (PE) una degustazione di sei diverse espressioni di Montonico, tra le quali anche uno spumante metodo classico e un amber (tipologia di vini bianchi chiamati anche orange ai quali la macerazione prolungata sulle bucce dona il classico colore ambrato, ndr) affinato in anfora.
Alla presenza dei produttori saranno proposte le seguenti etichette: Santapupa Abruzzo DOC Montonico Superiore (La Quercia, Morro d’Oro, TE); Emozione n. 1 Montonico Colli Aprutini IGT (Francesca Valente, Bisenti, TE); Pilatum Spumante Metodo Classico Pas Dosé 36 mesi Abruzzo DOP (Ciccone Vini, Bisenti, TE); Pretonico Abruzzo DOP Montonico Superiore (Ciccone Vini, Bisenti, TE); Pontius Montonico Colli Aprutini IGT (Vinum Hadrianum, Atri, TE); D’Alesio Abruzzo DOC Montonico Superiore (D’Alesio Vini, Città Sant’Angelo, PE). In accompagnamento sarà servito un piatto con focaccia, salumi, mozzarella e biscotti salati (costo della serata € 40, per i soci € 30, info e prenotazioni alla delegata di Pescara, Graziana Troisi, tel. 329 6142870).
Avviata inesorabilmente verso una sostanziale estinzione anche a causa di scelte scellerate che hanno portato alla sostituzione con altre varietà, dal 2015 l’uva Montonico fa parte dei 20 prodotti abruzzesi tutelati dal marchio dei Presìdi Slow Food. Tradizionalmente utilizzata in aggiunta alla vinificazione nella realizzazione di aceto, mosto cotto e confetture, si presenta con un grappolo di taglia grande e dalla forma allungata, quasi cilindrica, con acini grossi, rotondi, dalla buccia compatta di colore giallo-verdognolo.
Oltre alle aziende presenti alla serata, anche altre cantine regionali sono impegnate nella produzione di bottiglie proposte spesso e volentieri in versione spumantizzata, essendo l’uva particolarmente vocata a causa della sua bassa dolcezza e alta acidità, come ben sapevano le truppe napoleoniche che a fine ‘700 occupavano stabilmente queste terre tanto da chiamarla – narrano le leggende – le petit champagne; e come dimostrato principalmente già una ventina d’anni fa da una serie di test compiuti dal prof. Leonardo Seghetti insieme a mastro Ciccillo, il nonno di Francesca Valente, autentico sperimentatore di bollicine ante litteram, fondatore della locale cooperativa e ideatore del Revival di uva e vino Montonico, l’evento popolare in programma la prima domenica di ottobre di ogni anno tra musica, incontri, degustazioni e sfilate di carri allegorici, che nel 2024 festeggerà la cinquantesima edizione.
È grazie alla sua opera di valorizzazione e promozione se Bisenti ed il suo storico vitigno possono rivendicare oggi a gran voce il proprio ruolo all’interno del panorama ampelografico regionale. Proseguendo idealmente nel solco dell’insegnamento da lui tracciato, nel dicembre 2021 in pieno centro cittadino è stato inaugurato anche il Museo del Montonico all’interno del quale si possono osservare documenti storici sia in formato cartaceo, sia multimediali, oltre a pezzi da collezione come bottiglie risalenti ai primi anni Settanta – dove sulle etichette si trova scritto Vino Montonico Uva d’Oro dei Colli Bisentini e di Poggio delle Rose – e un torchio a vite del XVIII secolo. Un luogo da non perdere per chiunque voglia saperne di più su questa eccellenza d’Abruzzo che «…non si può lasciare sulle viti fino alla sua matura perfezione, perché essendo buono da mangiare e conservandosi assai pe’ il verno, viene rubbato, non fa vino dolce, ma saporito…», come raccontano le parole del 1644 attribuite allo studioso bolognese Vincenzo Tanara e riportate su un manifesto esposto nel museo.