Nell’ambito dell’edizione MMXXIII di AEQUUSOL – progetto artistico-culturale nato con l’obiettivo di generare nuove mitologie attraverso l’arte contemporanea, la biodiversità, la condivisione e la storia d’Abruzzo –, la prossima domenica 29 settembre, dalle ore 15, gli spazi di Pollinaria immersi nella campagna vestina in agro di Civitella Casanova (PE) si apriranno al racconto del culto di Ercole che l’artista Daniela d’Arielli ha elaborato al termine della sua lunga ricerca artistica avviata fin dal 2021 seguendo il filo conduttore dell’acqua come elemento cardine e strumento narrativo.
Nel progetto e.r.c.o.l.æ experiment resurgent cult organism liquid æ (what the title doesn’t say) il nome del semidio diventa quindi un acronimo rivelatore, una formula esplicativa che invita a farsi partecipi di un culto moderno e allo stesso tempo risorgente, un mito vivo, liquido e permeante. Venerato soprattutto nelle società agropastorali, protettore delle strade e in particolare delle piste tratturali, dei commerci, della transumanza e delle greggi, gli elementi che caratterizzano i suoi luoghi di devozione sono la montagna, il bosco, la grotta, le guarigioni – e, nella sovrapposizione successiva del San Michele Arcangelo, le apparizioni, che richiedono l’edificazione di chiese in suo onore –, la neve, le sorgenti e l’acqua miracolosa. Anche i riti correlati implicano il ricorso all’elemento fondamentale dell’acqua.
Nel lavoro dell’artista il mito di Ercole si connota di nuove azioni simboliche, il corpo muove lo spirito e le forme esteriori conducono a cambiamenti interiori. Con il procedere della storia, il personaggio si smaterializza, la liquidità e la creatività diventano le vie di salvezza. Ercolæ è uno di noi, e come noi è in preda alle fatiche che la vita ogni giorno prospetta, in balia dei suoi sentimenti contrastanti, delle sue passioni, della sua forza e delle sue debolezze. «Non c’è storia che mi poteva permettere di raccontare meglio la complessità del vivere e dell’animo umano, del periodo storico in cui stiamo vivendo e la complessità dell’Abruzzo stesso, con le sue sorgenti e i suoi fiumi che arrivano fino al mare attraverso monti, valli, alture, colline e anfratti – dichiara Daniela d’Arielli –. Come in una mappa, ercolæ ci rivela che per giungere al nostro femminile interiore (Ercole, gloria di Era), per conoscere la nostra anima, è necessario intraprendere un viaggio e superare continui ostacoli e fatiche dentro e fuori di noi. La dimensione creativa è la nostra vera forza, lo strumento che ci aiuta a superare le continue fatiche del vivere, che ci permette di andare oltre e di immaginare soluzioni e mondi diversi e migliori. È attraverso la creatività che generiamo delle possibilità. Ciò che resta, ciò che non muore, è l’immaginazione».
In quest’opera a più mani, non a caso presentata nel giorno in cui il calendario cattolico festeggia San Michele Arcangelo, ercolæ si fa nuovo racconto attraverso le poesie di Mariagiorgia Ulbar, si fa voce in italiano e in dialetto abruzzese attraverso la lettura di Francesca Camilla D’Amico – quella di Mara Mattoscio, invece, è la voce in inglese –, mentre tutta la parte sonora viene ripensata e ricostruita nelle composizioni inedite della musicista e compositrice Flavia Massimo. Inoltre, @ercolæ è il profilo Instagram dove sono pubblicati i 18 video che narrano la storia del personaggio, le foto dei ricami con i testi scritti per il progetto da Mariagiorgia Ulbar, ricamati a mano dalla stessa d’Arielli su vecchi pannetti di lino, e foto di manufatti ceramici sempre realizzati dall’artista.
Le immagini di ogni episodio sono state montate con il sapiente aiuto di Alessandra Sanvito e il materiale video così pubblicato è stato poi ripreso, tagliato e montato di nuovo al fine di ottenere un unico lavoro. Ogni episodio video consta di due immagini sovrapposte: un luogo in Abruzzo che ha uno stretto legame con l’acqua, la figura di Ercole e San Michele, e delle mani che nell’azione esprimono le varie propensioni dei diversi linguaggi creativi, dal modellare la creta alla scrittura, dal ricamo al disegno. L’invito quindi è quello di raggiungere Pollinaria, superare questo orizzonte sincretico e vivere visceralmente il mito di ercolæ.