Testo di Ivan Masciovecchio
Nel numero di Tesori d’Abruzzo del luglio scorso in un certo senso lo avevamo auspicato, scrivendo che la concentrazione sul suolo comunale di diverse realtà brassicole di alto profilo, ovvero gli storici birrifici Almond ’22 e Desmond uniti alla new entry Birra Leardi, avrebbe dovuto “…spingere amministratori locali dotati di un minimo di lungimiranza a dichiarare Spoltore Città della birra d’Abruzzo…”. Sfida raccolta ed oggi, con la presentazione alla stampa ed alla cittadinanza del simbolo ufficiale avvenuta nei giorni scorsi, l’ambizioso progetto – per dirla con le parole del sindaco Luciano Di Lorito – Spoltore Polo della Birra Artigianale vede finalmente la luce.
Attivazione di percorsi formativi finalizzati a far avvicinare un pubblico sempre più interessato al mondo della birra e delle tecniche di produzione (per capire le dimensioni del fenomeno, i trenta posti destinati al primo corso sono andati sold out in sei ore, tanto che si sta pensando di attivarne subito un altro; per informazioni cliccare qui); realizzazione di un festival-contenitore di eventi culturali e ricreativi da tenersi ogni anno in estate; sviluppo di iniziative di ricerca in campo agroalimentare anche in collaborazione con il mondo universitario; sostegno alla crescita del territorio attraverso il rilancio del settore primario, in particolare di quello cerealicolo affinché si possa arrivare ad una gestione completa dell’intera filiera per una produzione davvero a chilometro zero; questi, in sintesi, alcuni degli step di breve e medio-lungo periodo previsti dal progetto, iconograficamente rappresentato da un logo con fondo nero cerchiato da una fascia tricolore sul quale risaltano i simboli municipali come la corona turrita e, soprattutto, quella Spiga Aurea dalla quale il borgo prenderebbe il nome. Un’immagine non particolarmente originale a dir la verità, scelta per veicolare «un Polo che grazie alle sue unicità territoriali dovrà strutturarsi come un vero e proprio centro propulsore di cultura, nonché vettore di attrattività turistica» come ha dichiarato l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive Chiara Trulli nel corso della presentazione a cui hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Angelucci, curatore per l’Abruzzo della Guida alle birre d’Italia di Slow Food e Francesca Verrigni, testimonial di un’altra eccellenza regionale con il suo pastificio di Roseto degli Abruzzi.
Con loro, naturalmente, i mastri birrai promotori dell’iniziativa, quelli che con il loro lavoro, sempre più apprezzato in Italia ed all’estero, stanno dando lustro ed onore a questo angolo d’Abruzzo. Con il suo birrificio Almond ’22, Jurij Ferri costituisce la punta di diamante del movimento regionale, avendo cominciato ad ingegnarsi tra mosti e fermentatori fin dal lontano 2003. «Senza pensare a cosa potesse fare il Comune per me, un giorno mi sono chiesto cosa potessi fare io per il Comune – racconta con la solita verve –. Così ho deciso di metterci la faccia. La volontà di realizzare una produzione con materie prime quasi del tutto autoctone è stata la scintilla dalla quale è partito tutto. Il luppolo non riusciamo a coltivarlo qui perché ha bisogno di grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte. Chissà, magari si potrebbe pensare di piantarlo nella fascia pedemontana vestina, dalle parti di Farindola. Tra le iniziative in cantiere il recupero del vecchio municipio di Spoltore in modo da creare una scuola di enogastronomia, magari per la formazione di homebrewer. Il cuore del progetto – conclude – resta la realizzazione di una micromalteria che ci piacerebbe venisse gestita da ragazzi del luogo dopo essersi formati in Belgio».
A condividere con Jurij oneri ed onori, Arrigo De Simone del birrificio Desmond, attivo da un annetto anche nella gestione dell’attiguo brewpub, e Marco Leardi che pur operando a Pescara è proprio negli impianti di Contrada Cavaticchio che produce le sue diverse tipologie di birra, tutte ispirate da una storia familiare riproposta fin sopra le etichette delle bottiglie. «Pionieri di un’illusione» secondo la definizione di Giovanni Angelucci, curatore per l’Abruzzo della Guida alle birre d’Italia di Slow Food, per il quale oggi in Italia nel settore si possono contare circa 4.700 addetti, in aumento del 4,4% rispetto all’anno passato, per un totale di quasi 600 microbirrifici in attività. Una crescita smisurata che, però, si sta riflettendo in maniera inversamente proporzionale sulla qualità media delle birre prodotte.
Con il miraggio dei fondi europei della prossima programmazione 2014-2020 all’orizzonte (perché «senza denari non si cantano messe» come ha ricordato realisticamente lo stesso Jurij) e la disponibilità da parte di tutte le associazioni di categoria – dalla Coldiretti alla Confesercenti, passando per la CNA e la Camera di Commercio – a dare il proprio contributo per la riuscita del progetto (sperando che questa disponibilità non si trasformi in un assalto alla diligenza…), la presentazione si è conclusa con un assaggio delle tre birre locali accompagnato da un ricco buffet proposto dall’Osteria La Corte, altra realtà territoriale di eccellenza.
Certo, ora si tratterà di capire come passare dalle parole ai fatti, come dare concretezza ai buoni propositi scritti sulla carta, con quanta forza Spoltore Polo della Birra Artigianale si farà conoscere in Italia e nel mondo. Un passo alla volta; per ora brindiamo a questo promettente avvio, per il resto si vedrà.