Testo e foto di Fulgenzio Ciccozzi
Alle prime luci del giorno, di una domenica d’ottobre, il “centro” della città si sveglia ancora assonnato alle prime frescure autunnali. Arrancando su per il “vicolaccio”, un accenno di vita si evince dal fumo che esce da un comignolo di un ristorante. Il flusso caliginoso si alza e sale fino a confondersi con il grigiore della nebbia che avvolge le case e veste il corpo longilineo di gigantesche gru. Il cigolio di quelle giraffe di ferro che si ergono sui tetti dei palazzi in ricostruzione è l’unico suono che accompagna quell’assordante silenzio. L’Aquila si lascia guardare attraverso le fessure delle transenne che delimitano i cantieri. Si lascia spiare attraverso gli usci delle case rimasti spalancati da malintenzionati che cercano sempre qualcosa da rovistare nel tentativo di trovare chissà cosa, se non fogli di giornale, oggetti inservibili e riviste sparse sul pavimento o gettate su suppellettili e mobili impolverati. Furfanti che brigano di infrangere quell’intimità che nessuno gli ha concesso di ledere.
Solo qualche gatto è rimasto a custodire quei luoghi. I piccoli felini hanno ritrovato il loro habitat naturale intrufolandosi tra i rovi che hanno aggredito le strade e i giardini dei palazzi signorili e delle case borghesi. E proprio in quelle stanze dal colorito ceruleo hanno trovato rifugio. Altri buontemponi, invece, lordano con scarabocchi i muri già rigati da crepe. Da non confondere comunque con gli artisti di strada che attraverso le loro opere spontanee donano bellezza ad angoli di città che si prestano particolarmente a quel gioco di colori e di figure. Potremmo considerare queste pitture come un piccolo omaggio a chi di affreschi se ne intendeva: Saturnino Gatti, la cui casa quattrocinquecentesca, non lontana dall’ancora imbracato Palazzo Carli, giace avvolta da un rigogliosa vegetazione. Una città dunque ancora nascosta agli occhi di molti, ma che offre anche un segno di ripresa grazie agli accresciuti cantieri edili e alla magnificenza dei palazzi ritornati nuovi. L’Aquila affronta l’inverno rinvigorita dalla riuscita delle manifestazioni che hanno scandito questo 2015. L’autunno si apre con la festa della montagna, accolta nella policroma cornice del parco del castello. Iniziativa, questa, che si addice particolarmente alla peculiarità del suo paesaggio e allo spirito dei suoi abitanti i quali non possono non tener conto che la chiave di lettura del loro futuro è anche racchiuso nella green economy, e alle attività ad essa connesse, quale fonte di promozione del territorio e di creazione di occupazione.