Testo a cura di Laura de Benedictis Foto di Gino Di Paolo
A Tocco da Casauria, arte, natura, cultura e gusto danno vita ad un grande racconto, quello di un paese figlio dell’Abruzzo più autentico e che ne rappresenta le migliori caratteristiche.
Se si volesse conoscere a pieno l’anima dell’Abruzzo, Tocco da Casauria, paese nella provincia di Pescara, sarebbe di certo uno dei primi posti da visitare. Qui le luci delle arti, le voci della storia passata, il genio di alcune egregie menti, sono alla base di molte delle immagini che più restano impresse di una regione da scoprire e valorizzare.
LA STORIA E GLI UOMINI ILLUSTRI
Situato nella alta val Pescara e immerso in un affascinante percorso all’interno del Parco Nazionale della Majella, Tocco da Casauria perde le sue origini tra la storia e la leggenda. Le prime notizie di un abitato posto in questo territorio, alle falde del monte Morrone e circondato interamente dalle valli del fiume si hanno nell’anno 872. Si trattava del primitivo villaggio di Tocco, così chiamato poiché il termine stava per l’appunto probabilmente a significare “villaggio sulla roccia”. Una posizione favorevole e particolarmente strategica ha permesso poi che nel corso del tempo questo piccolo villaggio divenisse uno dei più importanti centri sociali e culturali della regione. L’epiteto Casauria, invece, si aggiungerà solo molto dopo, nel 1862 per suggellare il legame con le più antiche tradizioni del luogo che vide qui sorgere per l’appunto l’antico tempio di casauria: in questo modo, dopo l’Unità d’Italia, si voleva rendere omaggio alle origini romane del paese e rafforzare l’importanza della memoria storica. Il tempo farà il suo corso e a partire dall’anno mille il paese subirà, come tutta la zona circostante, l’invasione noramanna mentre dall’ XI secolo in avanti, lentamente il centro abitato si svilupperà attorno a due nuclei principali: da una parte la Chiesa di Sant’Eustachio (XII sec.) e dall’altra l’imponente castello, fatto costruire tra il 1120 ed il 1250 dall’imperatore Federico II, che con la sua posizione strategica avrebbe assunto nel tempo un’importanza notevole nella zona dato che poteva avere un controllo dalle Gole di Popoli fino a tutta la Valle del Pescara. Successivamente, in epoca angioina, diverse famiglie si alternarono nel controllo del paese mentre due violenti terremoti, prima nel 1456 e poi nel 1706 ne distrussero la fisionomia ma non ne fiaccarono la vivacità. Per ben due volte Tocco da Casauria rinacque dalle sue stesse ceneri grazie alla caparbietà dei suoi abitanti. Ma è con l’Unità d’Italia che ebbe inizio forse il periodo più florido, sia culturalmente che economicamente della storia del paese. Tra la metà dell’800 e quella del ‘900 arte, letteratura, poesia e tanto altro vedranno qui la luce e renderanno l’Abruzzo per un lasso di tempo un piccolo circolo di intelletti, un mondo in miniatura fervido di idee. Fu in qualche modo proprio a Tocco da Casauria si fece una parte considerevole della storia dell’Abruzzo e degli abruzzesi. Tanta l’importanza dunque che ebbe nel corso dei secoli questo paesino dell’entroterra regionale e tanti furono gli uomini illustri cui dette i natali e che si distinsero nella società del loro tempo. A dare voce a molte di queste storie è stato il Professore Sandro Sticca, originario di Tocco da Casauria e attualmente Ordinario di filologìa romanza, letteratura comparata, lingue romanze e storia del teatro alla Binghamton University dello Stato di New York. Il Prof. Sticca, che da anni vive e lavora fuori dall’Abruzzo, non ha mai dimenticato la sua terra d’origine e si batte costantemente per dare un giusto valore alla sua storia e alle sue bellezze. Tocco è stata infatti terra natia di molti persinaggi che si distinsero per i loro meriti nella società del tempo lasciando segni indelebili, un’ impronta importante nella grande storia del paese. Una sorta di fervore artistico e culturale ha animato nei secoli questa città e non si possono non menzionare alcuni nomi considerevoli di attenzione che le hanno reso onore. Primo tra tutti c’è sicuramente il pittore Francesco Paolo Michetti che proprio qui a Tocco trovò la sublime ispirazione per immortalare il suo genio artistico in una delle sue tele più famose: quella Figlia di Iorio che scapigliata passa sotto gli occhi indiscreti degli uomini del paese e la cui vista ispirerà Gabriele d’Annunzio per la stesura dell’omonima tragedia. Allievo del Michetti fu poi un altro promettente artista di nome Torquato De Felice. Pittore minore ma da riscoprire e del quale noi di Tesori d’Abruzzo ci siamo occupati in più occasioni, con un servizio speciale, uscito sulla nostra rivista nel trimestre… e attraverso una mostra dedicata proprio alla pittura abruzzese: iniziative entrambe curate dal nostro collaboratore Stefano de Pamphilis. Nella retrospettiva è stato possibile ammirare in via esclusiva un suo volto di donna che non smentisce le chiare influenze michettiane. Il De Felice dopo aver vissuto il fermento artistico e culturale dell’Abruzzo del tempo, si spostò poi negli Stati Uniti andando così a far parte di quella schiera di abruzzesi illustri che animarono il Nuovo Mondo della loro arte. Non dimentichiamo infine il poeta ciabattino Domenico Stromei (1810-1883); l’astronomo e matematico Annibale De Gasparis (1819-1892); il giurista Francesco Filomusi Guelfi (1842-1922); il critico letterario Lorenzo Filomusi Guelfi (1856-193); il pittore Vincenzo Galli (1905-1964); lo scrittore Gennaro Manna (1922-1990) e in ultimo il professore Sandro Sticca (1931 – )che, come già detto, dall’estero mantiene intatto il suo legame con il paese d’origine e ne perpetua la causa di valorizzazione. Tutte figure che, citando il Prof. Sticca, “nel tragitto secolare della storia e della cultura di Tocco rappresentano il più vasto ed esaltante fervore creativo ed il più ispirato e prezioso gruppo di ingegni che Tocco abbia mai prodotto”.
DA VEDERE E DA SCOPRIRE
Sono tanti i percorsi che dall’interno del paese proseguono fino ai suoi dintorni alla scoperta di luoghi straordinari, custodi di immensa bellezza. Nella parte più alta del paese si incontrano subito due suoi simboli, da una parte la Chiesa di Sant’Eustachio, risalente al XIII secolo e che al suo interno conserva una croce del Quattrocento, e dall’altra il Castello (o Palazzo ducale). Quest’ultimo fu fatto costruire per volere di Federico II tra ma venne in seguito distrutto da un terremoto nell’anno 1456. La struttura attuale è perciò quella che si deve alla successiva ricostruzione avvenuta in epoca rinascimentale. Costituito da quattro corpi di fabbrica, che chiudono un cortile centrale, e altrettante poderose torri quadrate poste agli angoli e all’interno vi si conserva all’interno una cisterna del ‘500. Impressionante è soprattutto l’ampio ambiente nella Torre orientale, cui si accede del cortile e che era la sede del cosiddetto “carcere della Lombarda”, posto in un punto in cui non batteva mai il sole. Insomma, un luogo particolarmente suggestivo e ricco di storie da raccontare, che oggi aspetta solo di essere valorizzato e svelato. Infatti, dopo l’ultima proprietà, della famiglia Scali Caracciolo, è oggi del Comune ma ancora tardano i lavori di restauro che non potrebbero far altro che restituire all’antico splendore questo luogo nel quale sono passati secoli di fasti, carrozze, balli, immagini di un’epoca che fu e della quale è nostro dovere conservarne da una parte la memoria e dall’altra preservarne l’esistenza al fine di incentivare il turismo e rianimare la cultura. Altro patrimonio culturale e storico, non solo di Tocco da Casauria ma di tutto l’Abruzzo, è la casa – museo di Francesco Paolo Michetti. Qui, il pittore nacque nel 1851 ed oggi l’edificio conserva alcune sue opere ed altri cimeli, e vi sono stati ricostruiti la cucina e la bottega da fabbro del padre dell’artista. La gestione della struttura, per ora visitabile solo su richiesta e oggi di proprietà della Provincia di Pescara, è stata affidata al Comune che da tempo vorrebbe realizzarvi uno spazio culturale permanente. Insomma, anche questo luogo per ora aspetta ancora di trovare una giusta collocazione e valorizzazione sebbene sia uno dei tanti luoghi del cuore di questo paese che non finisce mai di stupire. Degne di particolare nota sono poi anche la Chiesa della Madonna delle Grazie (XVII secolo) ad un’unica navata e con il suo bel portale in pietra, e la Chiesa di San Domenico di epoca medievale. Fuori dal paese invece, a poca distanza dall’uscita dell’autostrada di Torre de Passeri – Casauria, sulla via tra Roma e Pescara, trova spazio un luogo unico dove misticismo, religione e bellezza segnano e fermano il tempo. Siamo nel complesso del Convento di Santa Maria del Paradiso o dell’Osservanza. Un regno di silenzio e spiritualità che ha preso vita nell’anno 1470 per la pietà del popolo toccolano e dove trovarono posto i Frati minori della Regolare Osservanza. L’attuale struttura, comprensiva del bellissimo chiostro affrescato, risale ai primi anni del ‘600 e dopo diversi ampliamenti e diverse modifiche, susseguitesi nel corso dei secoli, oggi vi si può scorgere uno degli angoli più suggestivi, più ricchi di storia e più interessanti del territorio. Concludiamo con un’ultima imperdibile tappa a pochi chilometri dal paese: si tratta dell’Abbazia di San Clemente a Casauria, un simbolo d’Abruzzo, luogo sacro indissolubilmente legato al mondo romano, come testimoniano le tante statue e lapidi funerarie che ne adornano il viale d’accesso, fondato dove un tempo sorgeva Interpromium, antico centro dei Marrucini.
ENOGASTRONOMIA E PAESAGGIO
Tocco da Casauria è anche eccellenze enogastronomiche. Famosi a livello nazionale e non solo sono infatti alcuni prodotti del territorio che ne fanno un vero e proprio centro del gusto. In primis il paese gode della carica onorifica di “città dell’olio”: qui infatti la presenza di uliveti secolari produce una magnifica raccolta di olive di varietà detta per l’appunto toccolana. E’ da questi frutti che si ricava un olio extravergine tra i più pregiati, dal colore giallo accesso e riflessi verdi, fiore all’occhiello della nostra cucina. Non dimentichiamo poi una straordinaria produzione vitivinicola con la presenza di una delle aziende più importanti della regione, ovvero la cantina Filomusi Guelfi che dal 1700 rappresenta una delle realtà aziendali simbolo del paese. Come, infine, non parlare del liquore Centerbe: un legame indistruttibile tra Tocco da Casauria e questo liquore nato nel 1817 nell’antica farmacia di Beniamino Toro e che è divenuto una vera e propria leggenda che in parte rappresenta la storia stessa del paese. Cento erbe per una ricetta che dà vita ad un prodotto completamente abruzzese ma famoso in tutto il mondo. Ma Tocco oggi è anche sinonimo di un’altra grande eccellenza che di recente ha ottenuto il favorevole interessamento di importanti realtà anche all’estero. Si tratta del parco eolico, ovvero l’impianto di produzione di energia eolica posto nell’area di interessamento del Comune. Una moderna realtà realizzata a partire dal 1998, con successivi ampliamenti, che ha particolarmente contribuito alla crescita dell’economia locale senza trascurare l’importanza dell’impatto sull’ambiente circostante e che nel 2011 è stata fonte di ispirazione e documentazione di un reportage uscito sul New York Times e dedicato, per l’appunto, a questa avanguardia. Un luogo dove passato e futuro si incontrano dando vita ad uno straordinario connubio. Un posto da vivere, visitare e riscoprire.