L’elegante struttura alberghiera, sorge al centro di Roccaraso, nota per essere una delle maggiori stazioni turistiche montane dell’intero Appennino
testo di Valentina Tenaglia, foto di Valentina Del Castello
l “Grande Albergo Roccaraso” sorge proprio al centro della cittadina abruzzese, nota per essere una delle maggiori stazioni turistiche montane dell’intero Appennino. Con i suoi 110 chilometri di piste perfettamente collegate dai 32 impianti di risalita, Roccaraso è considerata, infatti, la regina delle località sciistiche del centro sud e ogni anno attrae turisti da ogni parte del mondo e in ogni stagione. Oltre all’attrattiva data dagli sport invernali e all’incanto dei paesaggi innevati, non mancano i percorsi naturalistici da fare a piedi per gli amanti del trekking, oppure a cavallo o in mountain bike, e che permettono di apprezzare gli splendidi e affascinanti scenari offerti dalle maestose cime abruzzesi. Il “Grande Albergo” è da sempre un punto di riferimento per chiunque voglia dedicarsi qualche giorno di puro relax, sport, divertimento e natura, grazie all’atmosfera familiare data dall’ospitalità calorosa dei titolari, Antonella e Armando, e ai numerosi servizi offerti dalla struttura. L’hotel dispone di 55 camere dotate di tutti i comfort, un grande salone completo di sala giochi, garage privato per gli ospiti e un magnifico giardino circondato da pini secolari. E dopo una giornata immersi nella natura o sulle piste da sci, la conclusione ideale è nell’accogliente centro benessere interno, dotato di sauna finlandese e romana, bagno turco, idromassaggio, percorso Kneipp, paradiso acquatico, solarium, massaggi e trattamenti beauty, che promettono una sana e ritrovata armonia. L’ampia sala da pranzo consente di accogliere banchetti, cerimonie e matrimoni con oltre 180 posti a sedere e la cucina proposta da chef esperti presenta i piatti tipici della tradizione con gusti delicati e raffinati. Da non perdere, a soli tre chilometri da Roccaraso, il suggestivo borgo di Pescocostanzo, dove si possono ammirare merletti, oggetti in ferro battuto, pietra e oreficeria di grande qualità.
i tratta di un territorio con una lunga storia e abitato fin dall’antichità per l’importanza strategica del valico che collega la valle Peligna a quella del Sangro. Oggi la strada che attraversa gli altopiani è la Statale 17, comoda, scorrevole, con tratti a tre corsie e lunghi rettilinei, cosa insolita per tali altitudini. Il paesaggio è mozzafiato, con montagne addossate le une alle altre. Rocca Pia è lì, stretta in una valle e circondata dai boschi, incastonata come una pietra in un gioiello, con i resti del suo castello sulla parte fortificata del borgo, chiamata “castelluccio”. Il suo Comune si estende per gran parte dell’Altopiano delle Cinque Miglia, una distesa di origine carsica di 9 km tra le montagne, candida in inverno e con temperature record che arrivano anche a -30°, poi verde a primavera, quindi dorata d’estate. Agli estremi del piano sono situate la chiesetta della Madonna del Casale e il santuario della Madonna della Portella. Raggiunto quest’ultimo a Sud, si è già nel Comune di Rivisondoli, borgo dal peculiare centro storico fatto di stradine e scalinate avvinghiate al pendio, con porte e palazzi antichi, la chiesa di San Nicola e la settecentesca chiesa del Suffragio. Molto suggestiva è la rappresentazione del presepe vivente che si svolge ogni anno il 5 gennaio ininterrottamente dal 1951 e da qualche anno è attivo anche il turismo termale, grazie alle acque sulfuree che sgorgano a quota 1400.
Ma naturalmente sono gli sport invernali ad attirare i maggiori flussi turistici della zona. Monte Pratello a Rivisondoli e l’Aremogna e Pizzalto a Roccaraso formano uno dei più estesi comprensori sciistici d’Italia, con oltre 100 km di piste, skipass unico, innevamento programmato, impianti all’avanguardia e una varietà non indifferente di attività sportive: snowboard, free-ride, eliski, free-style, ciaspolate, alpinismo e winter nordic walking, oltre naturalmente allo sci alpino, allo sci nordico e alle baite che organizzano anche escursioni e feste notturne. A Roccaraso si pratica anche pattinaggio e hockey su ghiaccio, nella imponente struttura del palaghiaccio, sede di campionati mondiali di varie edizioni di roller hockey e pattinaggio artistico a rotelle.
A differenza dei paesi limitrofi, Roccaraso presenta uno stile moderno. Non perché gli manchi una storia, ma perché fu completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. L’esercito tedesco in ritirata si attestò sui monti della zona, facendo di Roccaraso un caposaldo della Linea Gustav. Ma, nel novembre del 1943, prima di riprendere la ritirata e abbandonare l’area, i soldati minarono l’intero paese, facendo saltare in aria tutti gli edifici: la torre con l’orologio, il teatro, le chiese, la vecchia rocca, gli alberghi e tutte le abitazioni civili. Si salvarono pochissimi edifici, tra cui la Chiesa di San Rocco edificata nel 1656. Un atroce e indelebile segno fu lasciato anche sulla frazione, Pietransieri, dove furono trucidate 128 persone tra i casolari della località dei Limmari, tragico avvenimento che valse al Comune di Roccaraso la Medaglia d’Oro al Valore Militare e che viene ricordato ogni anno il 20 e il 21 novembre con una fiaccolata e altre commemorazioni presso il sacrario in piazza a Pietransieri. Inoltre, in ricordo di tutte le vittime del secondo conflitto mondiale fu eretto a Roccaraso il Sacrario ai caduti senza croce sul monte Zurrone, un monumento con una croce che si staglia sull’orizzonte di Roccaraso e dove ogni anno l’ultima domenica di giugno si celebra la Giornata del Ricordo, ma il posto è bello da visitare anche per il panorama. Proseguendo nell’itinerario, Pescocostanzo è uno dei borghi più belli d’Italia, con scorci incantevoli e arte ovunque.
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Tra i tanti luoghi da non perdere, la chiesa di Sant’Antonio edificata sullo sperone roccioso su cui sorse il nucleo originario del paese; Palazzo Fanzago, caratterizzato dalle nicchie barocche in pietra; ma soprattutto la basilica di Santa Maria del Colle, la cui struttura originaria risale al XV secolo. La facciata rinascimentale si affaccia su una scalinata e sull’adiacente Santa Maria del Suffragio. L’interno, distribuito su cinque navate, presenta pregevoli sculture e decorazioni, come i seicenteschi soffitti a cassettoni, il fonte battesimale marmoreo, le tele pittoriche, gli affreschi e le opere in ferro battuto e bronzo.
Anche in questo borgo si pratica lo sci. Gli impianti di risalita di Valle Fura si trovano nella parte alta del paese, dove si trova anche un attrezzatissimo snowpark. Ma Pescocostanzo è una località rinomata anche per lo sci di fondo, che può essere praticato nella fantastica cornice del bosco di Sant’Antonio.
Insomma, gli Altopiani Maggiori d’Abruzzo comprendono tutto ciò e anche di più. Escursioni, concerti, feste, sagre, manifestazioni sportive, in un contesto enogastronomico di prodotti locali: formaggi, insaccati, pasta alla chitarra, così chiamata per l’attrezzo usato per tagliarla, che era fatto da corde tese su un’intelaiatura di legno, simile allo strumento musicale, anche se di forma diversa. Oppure gli gnocchetti acqua e farina detti cazzariell, da abbinare con fagioli o verdure per zuppe dal sapore antico. E se ci si abbandona ai sapori della tavola, una bella passeggiata per smaltire le calorie è quello che ci vuole. Nei borghi, nei boschi, per le strade, per i prati, praticamente ovunque il paesaggio è fantastico e l’aria è salubre.