L’ originale scultura in bronzo di Paolo Borghi sarà collocata all’ingresso del Museo Universitario, per i vent’anni della struttura che già accoglie altre 301 tartarughe (di cui 90 opere di noti artisti) donate nel 2013 dal mecenate abruzzese in memoria della consorte Teresita. Il 10 dicembre l’inaugurazione.
Un’importante scultura in bronzo di uno dei più noti artisti italiani arricchisce il Museo Universitario di Chieti. Dopo la cospicua donazione avvenuta lo scorso anno di 301 pezzi in memoria della consorte Teresita Olivares, il mecenate abruzzese Alfredo Paglione ha deciso di donare alla prestigiosa struttura diretta dal professor Luigi Capasso una significativa scultura in bronzo dal titolo “La tartaruga teatina”, opera del maestro lombardo Paolo Borghi. L’occasione è la celebrazione dei venti anni del Museo Universitario che avverrà mercoledì 10 dicembre, a partire dalle 17.30 proprio con l’inaugurazione della scultura. Il monumento, collocato all’ingresso del Museo Universitario, rappresenta una suggestiva tartaruga sul cui carapace Borghi ha raffigurato le sagome della Cattedrale di Chieti e di altri noti palazzi della Città. L’opera va ad aggiungersi ad altri capolavori sul soggetto tanto caro a Teresita, di noti maestri dell’arte contemporanea, fra cui Lucio Fontana, Aligi Sassu, Pietro Cascella, Renato Guttuso e molti altri, in esposizione nel museo stesso. Inoltre, grazie alla recente donazione di cento opere grafiche originali di Aligi Sassu realizzate tra il 1967 e il 1992, Alfredo Paglione ha contribuito a rendere il Museo Universitario di piazza Trento e Trieste un vero polo d’attrazione anche per gli amanti dell’arte.
“Nel programma che sto portando avanti da qualche anno – racconta Alfredo Paglione – mi sono posto il problema a chi lasciare la sterminata collezione di oltre settecento opere a soggetto “tartaruga” di mia moglie Teresita. Improvvisamente, con l’intervento dell’amico Luciano Di Tizio, si è creata l’opportunità di collocare i pezzi più significativi al Museo Universitario di Chieti, mia città. Poiché quest’anno verrà celebrato il XX anniversario della fondazione di questo importante museo, ho immediatamente pensato alla grande tartaruga della “Città proibita” che si trova in Cina; veramente fantastica! Perché allora non donare una tartaruga ideata da un grande scultore italiano? Questo perché potesse ricordare il lieto evento e, collocata all’ingresso del Museo, costituisse, oggi e in futuro, una sicura attrattiva. Non solo, ma potesse segnalare ai visitatori la collezione delle trecentouno tartarughe di Teresita. Mi sono così rivolto ad un grande artista italiano, Paolo Borghi, lo scultore prediletto di noti architetti, fra cui Paolo Portoghesi. Qualche anno fa, lo stesso artista aveva tenuto a Chieti anche una personale curata da Maria Cristina Ricciardi. Ho voluto così suggerire all’amico Borghi un’idea che distinguesse e caratterizzasse la sua tartaruga, da me donata, rispetto a quelle di altri scultori, fra cui il più noto è certamente l’artista ceco Ivan Theimer. E così un giorno, all’improvviso, gli ho detto: “Perché non aggiungi alla tua tartaruga un elemento che possa riferirsi alla città di Chieti?” Lui, col suo genio creativo, ha saputo subito collocare sul carapace della nostra tartaruga la sagoma della Cattedrale di Chieti e di altri noti palazzi della città. Così è nata, quasi per gioco, quasi per uno scherzo, ma per un grande atto di amore, “La tartaruga teatina”. Ora, poiché fra i tanti simboli che nella storia, e specialmente nei paesi orientali, vengono attribuiti alla tartaruga, ci sono quelli della fraternità, della longevità e della fortuna, io voglio auspicare che “la tartaruga teatina” possa sempre portare successo e fortuna al glorioso Museo Universitario. Per il bene e la gioia di tanti ragazzi e giovani studiosi”.
“La tartaruga donata dal mecenate Alfredo Paglione e realizzata dallo scultore Paolo Borghi – scrivono Michele Mezzanotte e Valentina Marroni, studiosi di psicologia – vuole trasmettere tutti quei significati archetipici che costellano il suo simbolo: la tenacia, la saggezza, la fecondità, la fortuna, l’immortalità e l’arte. Inoltre è significativo notare che, nell’antica Cina, la divinità degli studenti e degli esami era raffigurata accanto alla tartaruga Ngao. In questo modo l’Università e la città si arricchiscono non solo di un patrimonio artistico, ma anche del ricco significato culturale inerente la tartaruga”.
PAOLO BORGHI (Como, 1942)
Nasce a Como nel 1942. Sin da giovane apprende tutte le tecniche di lavorazione del metallo dal padre orafo, e segue con profitto i corsi di pittura, scultura e architettura dell’Accademia di Brera e del Castello Sforzesco di Milano. Negli anni cinquanta decide di dedicarsi interamente alla scultura, specialmente quella bronzea e di grande dimensione. Negli anni sessanta realizza importanti opere pubbliche, come il Cristo Re per la cattedrale di Esmeralda in Ecuador, l’opera per la parrocchia di Rovellasca o il monumento ai caduti di Fino Mornasco. La prima mostra personale avviene nel 1971 a Caravate, nel varesino, mentre nel ’72 espone a Milano con la Galleria Cadario. Negli anni ottanta riscopre l’interesse verso la classicità e il mito, e quindi anche per un materiale come il marmo di Carrara. È presente in numerose occasioni espositive in Italia e all’estero: nel 1984 i Musei Civici di Varese presentano una sua antologica, nell’86 espone alla Biennale di Venezia, nell’87 espone a l’Aja ed è a Dallas con cinque monumentali sculture in marmo per la Bell Telephone di Atlanta. Nell’89 e nel ‘93 partecipa alla Biennale di Milano a Palazzo della Permanente, e realizza il gruppo statuario Apollo e Dafne per il Palazzo dei Convegni di Agrigento. Ha importanti collaborazioni con architetti come Philip Johnson e Paolo Portoghesi. Alla fine degli anni ottanta la sua ricerca si indirizza verso la terracotta, e negli anni novanta la critica gli dimostra un crescente interesse. Partecipa al Tokyo Art Expo, al Miart di Milano, all’Arte Fiera di Bologna e alla Fiac di Parigi, al Premio Suzzara. Realizza nel ’98 la nuova monetazione per la Città del Vaticano, così come la medaglia ufficiale per il Giubileo del 2000. Nel 2004 è presente alla mostra permanente Arte per Immagini al Museo Barbella di Chieti, mentre nel 2005 realizza la tomba del vescovo martire Oscar Romero, ucciso il 24 marzo 1980 a San Salvador. Negli anni recenti ha intensificato la sua collaborazione con la Galleria Planetario di Trieste, allestendo importanti personali anche in Canada e in Olanda. Nel 2006 è allestita la personale Città segrete nella sede di Confindustria-Chieti. Ultimamente ha realizzato numerosi lavori di grandi dimensioni in Corea. Sue opere pubbliche sono collocate a Malnate, Agrigento, Los Angeles, Roma, Poggioreale, Trieste, Alcamo, Gorla Maggiore. Vive e lavora a Malnate.