«Giurarono, e fu così che nacque Italia». È una delle frasi-chiave di “Figli del Toro” (Volturnia edizioni), il nuovo romanzo storico di Nicola Mastronardi, giornalista, scrittore ed autore tv, collaboratore da anni di trasmissioni RAI. Appassionato cultore della storia antica dell’Appennino italiano, accademico dei Georgofili dal 2001, Mastronardi presenterà la sua seconda fatica letteraria domenica 19 gennaio, alle ore 10.30, negli spazi del Centro visite della Riserva naturale regionale dell’Oasi WWF Lago di Serranella a Sant’Eusanio del Sangro (CH). Al termine dell’incontro organizzato dalla cooperativa Terracoste di Torino di Sangro alla quale è affidata la gestione del luogo, sarà previsto un piccolo rinfresco ed una passeggiata all’interno dell’oasi.
“Figli del Toro” prende le mosse dal settembre del 91 a.C. quando i popoli che abitavano l’Appennino d’Italia, stanchi di veder ignorati diritti e aspirazioni, scesero in campo contro Roma con un esercito di centomila uomini per riconquistare territori e auto determinazione. Sarà il conflitto armato più devastante che la Penisola italiana abbia mai conosciuto nei tempi antichi, con i popoli appenninici protagonisti assoluti di vicende che cambiarono per sempre il destino della stessa Roma.
La serena esistenza di due amiche – l’una sannita, l’altra romana –, l’amore appassionato di una coppia di sposi ed il rapporto meraviglioso di una figlia con suo padre, vengono travolti dalla più crudele ed insensata tra le invenzioni degli uomini: la guerra; mentre una sacerdotessa dai capelli rossi guida i condottieri italici verso le prime straordinarie vittorie mettendo a rischio la propria vita.
«Con questo volume ho voluto colmare un vuoto, ripristinare la dignità storica dei popoli appenninici. Spero di emozionare i lettori fino alle lacrime» dichiara l’autore molisano (con madre abruzzese), contando così di bissare il clamoroso successo di “Viteliu. Il nome della Libertà” (Itaca, 2012), tutt’ora un long seller grazie all’entusiastico passa parola dei lettori, con cinque premi letterari vinti, l’adozione da parte di sessanta scuole del centro Italia, oltre duecento presentazioni all’attivo tra le quali quelle ospitate nei Musei Archeologici Nazionali di Campania, Umbria, Marche, Molise e Abruzzo e con i luoghi del romanzo dislocati nell’Appennino centro meridionale diventati nel tempo mete di turismo scolastico e culturale.