Un rincorrersi continuo di colline dolci, affacciate sul verde adriatico. Davanti il mare, alle spalle il Gran Sasso. Terreni argillosi e sabbiosi sotto i piedi, sopra la testa sole a palla, ma anche continue brezze fresche che soffiano dai monti. Ovunque paesini deliziosi, arroccati davanti le acque: campanili, pievi, necropoli, abbazie che ci ricordano la straordinarietà dei comuni italiani e la storia antica di questo spicchio di territorio tra il Tronto e il Pescara
testo di Alessandro Bocchetti, foto Mario di Paolo
Ovunque, come in tutto l’ Abruzzo, il Montepulciano d’Abruzzo fa la parte del leone, un vitigno per una regione ed un popolo. Come sia arrivato non si sa, quello che si sa per certo è che non c’entra niente con il sangiovese toscano, a cui ha spesso regalato struttura e consistenza, ma anche che ha viaggiato lungo i tratturi, vere autostrade della pastorizia, che collegavano la mercantile Firenze allo sbocco verso oriente dell’adriatico. Ma in questo spicchio di terra, il Montepulciano assurge a caratteristiche assolutamente peculiari e interessanti, scolpite dalla storia, dal territorio e clima. Un climat come direbbero i francesi, che forgia vini ricchissimi, potenti e nervosi. Capaci di invecchiamenti portentosi e di evoluzioni mirabolanti. Un rosso concentrato ed estratto, quasi solido e materico, ma dai tannini incisivi e eleganti, “pugno di ferro e guanto di velluto”. Dalla consapevolezza di queste caratteristiche peculiari e straordinarie, dalla coscienza di un territorio unico per un grande vitigno rosso, dalla particolarità di un pezzetto di Abruzzo costellato da tante cantine private, artigianali e dalle dimensioni relativamente piccole, che da tanti anni inseguono una qualità costante e una viticultura moderna nel solco della tradizione, nasce l’esigenza di costituire una docg specifica che sappia descrivere e gestire la differenza del Montepulciano teramano.
Prima la sottozona negli anni novanta, spinta dalla necessità naturale di marcare la differenza di un territorio unico per qualità e caratteristiche del Montepulciano d’Abruzzo, poi nel nuovo millennio la creazione di una docg per evidenziare ancora di più le caratteristiche di questo spicchio di Abruzzo. Intorno ai due “senatori”, due cantine che da sempre lavorano con qualità e entusiasmo sui rossi di questa zona: Illuminati e Montori, veri artefici della identità delle colline teramane, si lega un manipolo di cantine storiche per costituire quello che diventerà il consorzio delle Colline Teramane. Intorno a queste eccellenze si è raccolta una temperie, forgiata non solo dalle qualità di questa terra, ma anche da una particolarissima struttura dell’enologia teramana: una delle poche realtà della regione verde, marcatamente segnata da cantine artigiane e private fortemente indirizzate verso il culto della qualità. L’ambizione dichiarata da subito di fare grandi vini, complessi e in grado di sfidare con slancio il tempo e capaci di strepitoso invecchiamento. Le cantine sociali, che segnano la storia della viticoltura abruzzese e ne intersecano la strada da sempre, fra il Tronto ed il Pescara sono quasi inesistenti, solo Colonnella. Tutto questo ha determinato il Montepulciano delle Colline Teramane come lo conosciamo ora, sostenendone la vocazione artigiana e l’elevata qualità.
Così questa zona è diventata la naturale sponda dove cercare di far fare un salto di qualità in più al vitigno abruzzese: la creazione di una ambiziosa docg, con l’aspirazione dichiarata di produrre un grande vino rosso, capace di sfidare da pari a pari i grandi cru dello stivale.
La sfida è stata raccolta e vinta con successo: un disciplinare di ferro che richiede requisiti di assoluta eccellenza per poter ottenere il riconoscimento. Rese bassissime, 95 quintali per ettaro, che per un’uva vigorosa come il Montepulciano è veramente punitivo. Periodo di invecchiamento minimo di due anni, che diventano tre in caso di riserva, di cui almeno uno in botti di rovere o di castagno e sei mesi di riposo in bottiglia. Uso esclusivo di Montepulciano d’Abruzzo, con la sola possibilità di un taglio migliorativo del 15% della stessa uva di annata più fresca, caratteristiche che da subito pongono questo rosso tra le eccellenze italiane.
I vini che escono da questa sinergia tra ambiente, pedoclima e tecnica sono sotto gli occhi di tutti. Muscolari e mediterranei, molto diversi tra loro per stile: dai più tradizionali, segnati dalle lunghe macerazioni e dallo stile artigiano e piacevolmente contadino, ai più pettinati e morbidi modernisti, segnati da un’enologia raffinata e dallo stile più suadente. Comunque il comune denominatore è la notevole ricchezza estrattiva, rossi potenti, quasi masticabili, che riescono, anche grazie al naturale nervosismo del vitigno, ad essere sempre dinamici. Segnati da profumi iodati delle brezze marine che spirano incessanti dall’adriatico e dai refoli freddi del Gran Sasso che ne fissano gli aromi eleganti e fruttati. Il sole fa il resto con una concentrazione stupefacente, che unita alle basse rese ne scolpisce il profilo potente e fittissimo. Vini importanti, capaci di una straordinaria evoluzione nel tempo che li fa virare verso note complesse affumicate e di cenere, afrori ancestrali di terra e humus e una silhouette minerale che rende la beva complessa e intrigante. Insomma un grande vino, capace di competere da pari a pari, con i grandi rossi italiani.
Le potenzialità di questo territorio sono dunque ampie e ancora in parte da scoprire. Sino ad ora l’attività si è concentrata sui nobili cru Docg, sulle ricchissime riserve, alla ricerca di un consumo di nicchia e di altissima qualità, oramai acquisito. Ma questo straordinario climat, dalle caratteristiche illustrate prima, e la produzione di uva di qualità delle cantine del consorzio, ci indicano un altro dato interessante: le circa 600.000 bottiglie prodotte attualmente dalla docg, sono troppo poche per la potenzialità e la produzione delle Colline Teramane. In questo angolo di colline e quiete, all’ombra del Calderone, si produce una straordinaria uva Montepulciano, la migliore d’Italia per concentrazione, ricchezza e estratto, spinta dalle particolari condizioni climatiche e ambientali. Per questo si producono anche dei vini dallo strepitoso rapporto qualità prezzo, tanto ricercati nei mercati mondiali, che si trovano troppo spesso a competere per prezzo con prodotti di ben diversa qualità. Ecco, difendere questo livello e comunicarne le peculiarità e differenze con gli altri vini d’Abruzzo sarà il prossimo passo necessario delle Colline Teramane.