La tutela della variabilità biologica passa attraverso il mantenimento e la valorizzazione delle risorse locali e delle nostre aziende agricole
testo a cura della redazione, foto di Roberto Cilli
Arrestare il declino della bio-diversità: ecco uno dei principali obiettivi previsti per l’anno 2020 dall’Unione Europea. La biodiversità in parole semplici è la varietà delle forme di vita presenti sul nostro pianeta ma per essere più specifici, usando termini scientifici, si può definire come l’insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi ad esse correlati, inclusa tutta la variabilità biologica di risorse genetiche, di specie, habitat ed ecosistemi. Nell’ultimo secolo la meccanizzazione agricola e il conseguente sfruttamento intensivo dei terreni, unito all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, all’abbandono delle aree rurali e ad altri fattori, come la riduzione delle varietà delle piante coltivate e delle razze animali allevate, hanno portato alla estinzione di più del 75% di tutte le varietà di piante e animali destinate all’alimentazione umana, con l’effetto che ad oggi sono solo 12 le specie vegetali coltivate che devono provvedere a soddisfare l’80% dei bisogni alimentari mondiali. L’immensa variabilità genetica, formatasi dall’evoluzione della vita nell’arco di millenni, si sta perciò fortemente riducendo mettendo a rischio il futuro dell’intero pianeta dal momento le informazioni genetiche contenute in certi gruppi di colture saranno cruciali per lo sviluppo di nuove varietà resistenti al caldo, alle infestazioni, alla salinità ed alle malattie, e che abbiamo inoltre una crescita veloce e con alta resa per soddisfare la sempre maggiore richiesta di risorse alimentari. Per combattere questa riduzione della variabilità esistono oggi al mondo più di 1.750 banche genetiche che raccolgono i semi delle piante, coltivate e selvatiche, a rischio di estinzione. E i dati parlano chiaro: su un totale di circa 8 milioni di campioni conservati nel mondo, le banche di governi nazionali ne conservano circa 7 milioni, il 45 per cento dei quali in soli sette paesi. Ma bisogna tener presente che la biodiversità si mantiene, non solo all’interno delle banche del genoplasma (conservazione ex-situ), quanto soprattutto nell’aziende agricole (conservazione in-situ). è per questo motivo che di-viene di fondamentale importanza l’attuazione della Politica Agricola Comunitaria, da sempre orientata al conseguimento di obiettivi di salvaguardia ambientale, alla promozione di modelli di produzione durevoli, economicamente sostenibili e che permettano di impattare anche sulla valorizzazione e il ripristino delle biodiversità, ottimizzando il ruolo di presidio territoriale svolto dagli agricoltori, i quali possono essere definiti dei veri e propri “custodi del territorio”. E il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 della Regione Abruzzo offre un’importante opportunità per la conservazione della biodiversità mettendo a disposizione le risorse finanziarie del Fondo Europeo Per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e operando al fine di sensibilizzare gli operatori del settore con lo scopo di attuare una strategia di lungo termine che possa garantire la salvaguardia delle risorse tipiche locali della nostra agricoltura. Questi nostri “agricoltori custodi”, che contribuiscono in maniera importante a mantenere l’ambiente e la biodiversità, vengono compensati attraverso il PSR con il pagamento di misure agro ambientali, quali il sostegno a metodi di produzione estensivi e biologici; la salvaguardia delle risorse genetiche animali e vegetali di interesse agricolo a rischio di estinzione; la conservazione e valorizzazione di habitat semi-naturali associati ad un’agricoltura estensiva; il ripristino di zone umide e la rinaturalizzazione delle fasce fluviali; lo sviluppo di corridoi ecologici; l’incremento spontaneo di flora e fauna selvatiche; il mantenimento degli ecosistemi di alta valenza naturale e paesaggistica; il favorire la pratica di un pascolo sostenibile, senza uso di fitofarmaci e diserbanti. L’Abruzzo può così essere considerato uno degli scrigni più importanti per la conservazione del tesoro della biodiversità italiana e la Regione, consapevole di questo tesoro, attuerà al meglio le politiche di sviluppo rurali previste.