testo di Ivan Masciovecchio.
Alla presenza dei figli Stefano e Marcello, si è aperta nel ricordo del compianto Nicola Di Lallo – autentico maestro nell’arte antica della pasta alla mugnaia, scomparso nel gennaio scorso a 81 anni (leggi QUI il nostro ricordo) – la conviviale conferenza stampa ospitata nei sempre suggestivi spazi della Torre Vinaria della Cantina Frentana a Rocca San Giovanni (CH) durante la quale sono stati presentati i risultati – e le future iniziative – del progetto relativo alla Cucina Popolare Frentana.
Curata dal GAL Maiella Verde in collaborazione con Slow Food Lanciano e finanziata con fondi FEASR – PSR Abruzzo 2014/2022, l’azione nasce con l’obiettivo di restituire dignità ai saperi della tavola ed ai valori propri della civiltà agro-pastorale di questa porzione d’Abruzzo che dalla Maiella orientale guarda l’Adriatico. Per far questo, oltre ad un sito dedicato, è stata creata una vetrina virtuale dove sono state raccolte delle videointerviste realizzate dal regista lancianese Enzo Francesco Testa ai ristoratori protagonisti del progetto – in molti casi anche contadini, allevatori, norcini e olivicoltori – che nel complesso hanno fatto registrare oltre 70mila visualizzazioni sul canale YouTube (clicca QUI per vedere le videoricette), mentre sui canali social (Facebook e Instagram) si sono avute circa 9mila interazioni con i contenuti raggiungendo oltre 175mila persone.
«Chi avrà pensato di incasellare la cucina tradizionale in una rubrica dal sapore antico o in una categoria del passato resterà deluso – ha spiegato il presidente del GAL Maiella Verde, Tiziano Teti –. La cucina popolare frentana è un racconto contemporaneo che promuove la conoscenza e la valorizzazione del nostro territorio attraverso i piatti e i prodotti proposti dalla rete delle comunità dei ristoratori custodi». «Abbiamo fatto memoria attiva – ha aggiunto Carlo Ricci, ideatore del progetto – e narrato ciò che preparazione o prodotto hanno rappresentato e rappresentano per l’economia locale. La cucina popolare è cultura, identità; è legame con la terra e con il lavoro. Partendo da questi concetti stiano provando a costruire un cammino comune capace di stimolare sensibilità nuove e generare economie, in un processo che porti alla conoscenza delle produzioni locali, degli operatori, di nuovi spazi di consapevolezza».
Soddisfazione per quanto fatto sin qui è stata espressa anche da Raffaele Cavallo di Slow Food Lanciano. «In meno di due anni abbiamo allargato la comunità degli osti custodi della cucina popolare e di fatto unito, in un racconto corale, singole realtà. Siamo convinti che la cucina popolare frentana sia, come dice l’antropologo Francesco Stoppa, un oggetto fatto per durare, di cui preservare il valore aggiunto di unicità, non trasferibilità e genuinità e conservare lo stretto legame con i posti e le persone. Insomma la cucina tradizionale è più contemporanea di quanto si possa immaginare».
E per conoscere meglio le storie dei protagonisti – tra agriturismi e ristoranti attualmente sono coinvolti Aia Verde (Pizzoferrato), Caniloro (Lanciano), Colle Tripio (Guardiagrele), Cuore Rosso (Altino), Fattoria dell’Uliveto (Scerni), Il Grappolo d’Oro (Lanciano), Il Vecchio Moro (Torricella Peligna), La Brocca (San Martino sulla Marrucina), La Collinetta (Montazzoli), Lo Shangrila da Vincenzina (Borrello), Trattoria dal Pagano (Palombaro), Travaglini (Casoli), Za’ Culetta (Rocca San Giovanni) – è in via di pubblicazione il volume Cucina Popolare Frentana. Persone, storie e ricette (per il momento è disponibile solo in formato PDF cliccando QUI), un ricettario dove, oltre ad un ricordo di Nicola Di Lallo in apertura, sono state raccolte immagini e testi che descrivono dettagliatamente quattordici piatti identitari della tradizione gastronomica locale.
Infine, proseguendo nel solco degli incontri tenuti periodicamente nei mesi scorsi dall’Accademia della Cucina Popolare Frentana animata dagli stessi protagonisti del progetto, è stato stilato un vero e proprio calendario di lezioni sulla cucina popolare frentana grazie alle quali, a partire dal prossimo martedì 9 aprile, attraverso 12 appuntamenti spalmati lungo tutto il 2024, si potranno scoprire origini e segreti di altrettanti piatti storici seguendo gli insegnamenti degli osti della comunità direttamente nelle loro cucine. Tra le altre prelibatezze, ci si potrà cimentare con la preparazione della pizz’e foje (pizza di mais accompagnata da verdure selvatiche, peperoni rossi dolci e sarde fritte), delle pallotte cac’e’ove (morbide polpette di uova e formaggio intrise in una fresca salsa di pomodoro), del cif e ciaf (carni grasse di maiale fritte con aglio e peperone rosso dolce), delle sagne a pezze (pasta dalla forma di un quadrato irregolare), oppure del coniglio cotto sotto il coppo (un grosso coperchio concavo di ferro che sfrutta il calore del camino). Di seguito il calendario completo delle lezioni (costo singola lezione € 10, prenotazioni direttamente alla struttura):
Martedì 9 aprile | Vrache di mulo | Trattoria dal Pagano (Palombaro)
Martedì 23 aprile | Maccheroni alla chitarra | Agriturismo Za’ Culetta (Rocca San Giovann)
Martedì 7 maggio | Coniglio sotto al coppo | Agriturismo Caniloro (Lanciano)
Martedì 21 maggio | Sagne a pezze | Cuore Rosso (Altino)
Martedì 4 giugno | Agnello cac’e’ove | Il Vecchio Moro (Torricella Peligna)
Martedì 25 giugno | Papera al sugo | Agriturismo Travaglini (Casoli)
Martedì 3 settembre | Le ciammaiche | Agriturismo Il Grappolo d’Oro (Lanciano)
Martedì 24 settembre | Turcinelli al forno | Lo Shangrila da Vincenzina (Borrello)
Martedì 15 ottobre | Pallotte cac’e’ove | Colle Tripio (Guardiagrele)
Martedì 12 novembre | Pizz’e foje | Agriturismo La Brocca (San Martino sulla Marrucina)
Martedì 26 novembre | Spadellata di Ventricina | Fattoria dell’Uliveto (Scerni)
Martedì 3 dicembre | Cif e ciaf | Agriturismo Aia Verde (Pizzoferrato)