C’è un luogo, in Abruzzo, dove i produttori di vino si uniscono per tutelare e valorizzare il loro territorio in un modo nuovo e coeso. È Loreto Aprutino – borgo della zona Vestina della provincia pescarese, la cui vocazione agricola è documentata da testi antichi come il Chronicon Casauriense già nel IX secolo – e le cantine coinvolte sono Amorotti, Ciavolich, De Fermo, Talamonti, Torre de Beati e Valentini, che già nel 2019 erano riuscite nell’intento di bloccare un anacronistico e dannoso progetto di costruzione di una centrale a biometano per lo smaltimento dei rifiuti di buona parte d’Abruzzo e del Lazio che minacciava gli storici vigneti dell’areale, citati negli anni 80 da Luigi Veronelli nella sua pubblicazione sui migliori cru d’Italia.
Da quel momento, nei fatti, in maniera spontanea e naturale, è partito il progetto associativo senza scopo di lucro che lo scorso 31 marzo ha preso forma e sostanza di una rete d’imprese denominata Custodes Laureti, nata con l’obiettivo di valorizzare le specificità del territorio di Loreto Aprutino da un punto di vista agronomico, storico-paesaggistico e turistico attraverso la realizzazione di una serie di distinti progetti.
Tra questi, la zonazione dell’areale propedeutico alla nascita di una Deco di eccellenze lauretane; la creazione di un bio distretto di concerto con le autorità comunali; l’organizzazione di eventi culturali, convegni e manifestazioni; la creazione di percorsi eno-culturali-turistici che attraverso campagne e centro urbano forniscano ai visitatori l’esatta rappresentazione del valore storico-artistico-territoriale del borgo; la collaborazione con le scuole del comune per trasmettere ai giovani il forte legame tra cultura agraria e storia del loro paese.
All’interno di questa intenzione di ampio respiro si inseriscono i due progetti già in fase di realizzazione, vale a dire la zonazione legata alla costituita Comunità di prodotto e territorio In Vino Lauretum e Nidi in Campagna (leggi QUI per saperne di più), che prevede la diffusione di nidi artificiali in grado di favorire la riproduzione di quelle specie di uccelli – prevalentemente insettivori – utili all’agricoltura e che con la loro presenza rappresentano dei veri e propri indicatori di qualità ambientale.