testo di Ivan Masciovecchio.
Con il Capodanno ormai alle porte, benché in giro ci sia poca voglia di festeggiare a causa della perdurante emergenza sanitaria ancora in atto ed alle conseguenti restrizioni che impediscono assembramenti e brindisi in piazza, ripercorriamo un viaggio tra le località più spumeggianti d’Abruzzo alla ricerca di bollicine autoctone con le quali salutare il 2021 che se ne va ed accogliere nel migliore dei modi l’arrivo del nuovo anno, sperando che davvero porti con sé la fine di questi tempi pandemici.
In tendenza con quanto avviene a livello nazionale, l’Abruzzo del vino sta dimostrando un’attenzione sempre maggiore verso l’universo effervescente delle bollicine, anche grazie alla naturale predisposizione alla spumantizzazione da parte di alcune uve autoctone a bacca bianca come la Cococciola, il Montonico, la Passerina o il Pecorino. Comprendendo anche una manciata di bottiglie concepite con il metodo Ancestrale, attualmente sono poco più di 200 le etichette prodotte in regione da un centinaio di aziende, circa il 25% delle quali realizzate con il Metodo Classico (o Champenoise) ovvero secondo il lungo e complesso procedimento che prevede una seconda fermentazione in bottiglia, a differenza del ben più diffuso Metodo Martinotti (o Charmat) dove la rifermentazione avviene in autoclavi d’acciaio. Se in termini assoluti è la provincia di Chieti ad essere la più spumeggiante d’Abruzzo ospitando il 58% delle etichette, seguita da Pescara (22%) e Teramo (17%), relativamente all’incidenza della sola produzione di Metodo Classico sul totale provinciale i valori si ribaltano, con Pescara e Teramo ai primi posti rispettivamente con il 27 e 26% e Chieti al terzo con il 21%.
Concentrandoci esclusivamente per ragioni di spazio solo sugli spumanti realizzati con il Metodo Classico, il nostro tour prende avvio proprio tra le dolci rotondità delle Colline Teramane e precisamente da Colonnella, dove i Fratelli Biagi propongono il loro Martina Brut, un insolito uvaggio di Pecorino e Chardonnay – con netta prevalenza del primo – messo a riposo 24 mesi sui lieviti a bassa temperatura. Proseguendo lungo la Val Vibrata, in virtù anche della vicinanza col confine marchigiano, l’Illuminati Brut realizzato a Controguerra dalla storica azienda omonima – conosciuta originariamente come “Fattoria Nicò” dal nome dell’illustre fondatore – nasce da un altrettanto originale mix composto per un 60% da Trebbiano d’Abruzzo e per il restante 40% da Verdicchio, affinato per circa 30-36 mesi. Giunti a Sant’Egidio alla Vibrata, la Cantina Diubaldo dà vita al Baldo Pas Dosé – ovvero senza aggiunta di zuccheri dopo la presa di spuma – con uve Chardonnay in purezza. Spostandosi sulla costa adriatica, le Cantine Frontenac di Martinsicuro ripropongono il Marozzi Brut realizzato da uve Passerina dopo essere stato a riposo tre anni sui lieviti, uscito in anteprima lo scorso anno per brindare agli oltre cento anni di onorata attività aziendale.
A Tortoreto, invece, la Tenuta Terraviva realizza il Petit Brut Rosé, l’unico spumante della provincia teramana ottenuto con il 100% di uve Montepulciano d’Abruzzo. Scendendo ancora più a sud, a Giulianova ha sede la storica azienda Faraone, autorizzazione n. 1 in Abruzzo alla produzione di spumanti metodo classico ottenuta nel 1983 grazie alla lungimiranza del compianto fondatore Giovanni, scomparso nel luglio del 2019. Nel solco degli insegnamenti paterni ora è il figlio Federico a dare vita ad un Brut da uve Passerina provenienti dai vigneti elegantemente disposti nel comune di Mosciano Sant’Angelo, affiancato da qualche anno da una versione Rosé ottenuta da uve 100% Sangiovese.
Addentrandosi verso le colline di Atri, dopo almeno 48 mesi di affinamento sui lieviti, l’azienda Centorame si presenta con il Brut Anna, metodo classico caratterizzato da tutte uve Pecorino, unico nella provincia. Infine, nella non lontana Bisenti, insieme ad altri giovani visionari Matteo Ciccone ha avviato una meritoria opera di recupero dello storico vitigno Montonico – tutelato con il marchio dei Presìdi Slow Food e recentemente onorato anche con l’inaugurazione di un museo completamente dedicato – il cui vino fresco armonico e profumato fu battezzato le petit champagne dalle truppe napoleoniche che a fine ‘700 occupavano stabilmente queste zone. Pilatum è il nome dello spumante Brut Millesimato realizzato in purezza con un affinamento sui lieviti di almeno 36 mesi.
Entrando in provincia di Pescara, ad esclusione dell’azienda Contesa che a Collecorvino – ma con uve provenienti dall’agro di Catignano – dà alla luce il suo Vitapiena Rosé, blend di 80% Montepulciano d’Abruzzo e 20% Sangiovese messo a riposo almeno 18 mesi sui lieviti, è dall’area della Val Pescara che arriva tutto il resto della produzione. A cominciare da Rosciano dove dal 1997 la cantina Marramiero realizza bollicine esclusivamente con vitigni Pinot Nero e Chardonnay, utilizzati in percentuali diverse a seconda delle etichette. Nel caso del Brut – premiato dalla guida Sparkle 2022 con il massimo riconoscimento delle Cinque Sfere, unico in Abruzzo, per il dodicesimo anno consecutivo – a prevalere è il 60% di Chardonnay, mentre nella versione Rosé – anch’esso gratificata con le Cinque Sfere dalla stessa guida da ben dieci anni – è l’80% di Pinot Nero a regalare corpo e longevità alle bollicine. Nello stesso comune, la Cantina Falon è impegnata da qualche anno nell’affinamento del primo spumante della provincia realizzato con uve Pecorino in purezza.
Proseguendo, il paese di Nocciano si presenta disteso ai piedi del suo antico castello. Da qui ed in parte dai vigneti ubicati nel territorio di Cugnoli, entrambi coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica, arrivano le uve Montepulciano d’Abruzzo, Pecorino e Chardonnay che l’azienda agricola Chiusa Grande utilizza per i suoi due spumanti tipologia Brut – nonché per la nuova versione Pas Dosé che vanta ben 70 mesi di affinamento – D’Eus Bianco e D’Eus Rosé, così chiamati dal nome del titolare Franco D’Eusanio. Superando solo qualche collina, nel comune di Alanno il Podere Castorani dell’ex pilota abruzzese di Formula 1 Jarno Trulli si segnala per il suo originale Millesimato da 100% Passerina affinato tre anni sulle fecce.
Spostandoci sulla rive droite del fiume, pur essendo in territorio pescarese, è all’interno del Parco nazionale della Maiella che si staglia il tetto ad ala di gabbiano della Cantina Zaccagnini di Bolognano. Qui dove vino ed arte si fondono in una casa comune, da un blend di uve a bacca nera prende corpo lo spumante Zirì-Tè Extra Brut Rosé, che prima di essere stappato riposa almeno 18 mesi sui lieviti. A due passi dalla straordinaria abbazia di S. Clemente a Casauria opera l’artigiano delle bollicine Fausto Zazzara – variamente recensito nella succitata guida Sparkle 2022 –, che nei rinnovati spazi della sua cantina di Tocco da Casauria produce spumanti Brut, Rosé e Pas Dosé mai uguali a se stessi come l’etichetta Majugual lascia supporre, affinati da 24 a 60 mesi e realizzati da una cuvée di vitigni autoctoni provenienti da vigneti sparsi in diverse zone della regione.
L’unica azienda della provincia aquilana raggiunta dal nostro viaggio la troviamo a Tione degli Abruzzi, in pieno Parco naturale regionale Sirente-Velino, dove Adriana Tronca è tornata a stabilirsi dopo una vita passata in Franciacorta, avviando l’azienda Vigna di More. Il Metodo Classico omonimo nasce con uve 70% Pinot Nero e 30% Chardonnay coltivate a 700 metri di altitudine, vinificate mediante una pressatura soffice a freddo in ambiente inertizzato ed affinate sui lieviti per 18 mesi. Viticoltura eroica per una donna altrettanto coraggiosa che ha deciso di scommettere sulle proprie origini e sul proprio ritorno al futuro. E che quest’anno ha puntato anche su una limited edition versione Rosé.
Il nostro viaggio tra le bollicine si conclude nella provincia di Chieti, la più vitivinicola d’Abruzzo, dove insiste il 75% del territorio vitato (fonte Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo). Ad un tiro di schioppo da Pescara, San Giovanni Teatino è il luogo d’elezione dove prende corpo la Pura Follia Brut Bio della Fattoria Teatina, unica in regione ad essere realizzata con uve 100% Riesling e almeno 24 mesi di riposo sui lieviti. Poco più a sud, a Ripa Teatina gli spumanti Di Sipio Brut e Di Sipio Brut Rosé sono proposti dall’omonima cantina utilizzando uve internazionali come Chardonnay e Pinot Nero, rispettivamente in percentuali 60-40 e 20-80 a seconda delle tipologie. Scendendo di pochi chilometri verso il mare, nel territorio del comune di Tollo, l’azienda Feudo Antico propone Tullum, un Brut Blanc de Blanc ottenuto da uve 100% Chardonnay, affinato sui lieviti per almeno 30 mesi. Stessa tipologia per il Brut offerto da Vigneti Radica che opta, però, per una sosta sui lieviti più lunga, da 36 a 72 mesi. Infine la Cantina Tollo con il suo Rosé Abruzzo Dop è una delle due aziende in regione a realizzare spumanti con uve Pinot Nero in purezza.
Le stesse colline che guardano il mare Adriatico, coperte alle spalle dal massiccio della Maiella madre, ospitano in contrada Caldari di Ortona i vigneti dai quali la cantina Dora Sarchese ricava l’uvaggio di Cococciola (75%), Trebbiano d’Abruzzo (20%) e Chardonnay (5%) per il suo Esmery’s Brut; così come quelli di Pecorino, Montonico e Montepulciano d’Abruzzo a disposizione della cooperativa Codice Citra per il progetto Codice Vino con le bollicine Abruzzo Brut (anche Rosé), nonché per la linea di spumanti monovarietali Fenaroli Brut Millesimato (anche Rosé) con affinamenti diversi da 12 a 36 mesi, questi ultimi censiti anche dalla guida Sparkle 2022. E sempre proveniente dalle colline ortonesi e parimenti recensito sulla stessa guida, il Brut Millesimato da uve Pecorino in purezza, messo a dimora 12 mesi sui lieviti, si presenta come l’ultimo arrivato in casa Casal Thaulero.
Con il suo storico ed imponente castello ducale, la vicina Crecchio rappresenta il luogo d’elezione della Tenuta Ulisse che qui produce il suo Brut Dosaggio Zero ottenuto da uve 100% Pecorino, con un affinamento medio sui lieviti di 18 mesi. Scendendo in area frentana, l’azienda Collefrisio di Frisa propone il Brut Le Cave della Guardiuccia realizzato sia con un uvaggio di 80% Chardonnay e 20% Pinot Nero, sia in purezza 100% Pinot Nero nella versione Rosé, entrambi sostando sui lieviti per almeno 36 mesi. Si arriva quindi a Lanciano, la città del doppio miracolo eucaristico. Grazie alla cantina Eredi Legonziano da qualche anno può vantare anche un altro primato, ovvero la primogenitura degli spumanti Abruzzo Doc realizzati unicamente con uve autoctone (uvaggio di Montonico e Cococciola per il 36; Pecorino e Trebbiano d’Abruzzo per il Carmine Festa; Montonico e Pecorino per il Legonziano Brut).
Dirigendosi nuovamente verso il mare Adriatico, La Vinarte di Santa Maria Imbaro presenta il suo Maja Brut Nature, omaggio alla Maiella da uve Montonico in purezza, lasciato a riposo almeno 12 mesi sui lieviti. Poco distante, sulle colline a ridosso della splendida Costa dei Trabocchi, la Cantina San Giacomo a Rocca San Giovanni propone un Brut 100% Chardonnay affinato almeno 36 mesi sui lieviti. Giunti infine nello splendore della città del Vasto e del suo Golfo d’Oro, la cantina Jasci & Marchesani – anch’essa inserita nelle pagine della guida Sparkle 2022 – ci accoglie al termine del viaggio con il Brut Dosaggio Zero dal nome Autentico, frutto di un originale blend di 50% Pecorino, 30% Riesling e 20% Chardonnay, per un brindisi finale dal sapore forte e genuino della terra d’Abruzzo.