testo di Ivan Masciovecchio.
In attesa della carovana rosa che l’edizione numero 104 del Giro d’Italia porterà in Abruzzo tra venerdì 14 e lunedì 17 maggio – con una breve incursione tra Puglia e Campania in programma sabato 15 – vi proponiamo un viaggio alla scoperta delle numerose bellezze artistiche e naturali, ma non solo, disseminate lungo il percorso della settima tappa da Notaresco (TE) a Termoli (CB), 181 km quasi interamente pianeggianti, di cui oltre 150 pedalati in terra abruzzese.
Già alla partenza, nelle immediate vicinanze del borgo di Notaresco si possono scorgere due autentici capolavori dell’arte romanica, vale a dire la chiesa di San Clemente al Vomano, con il suo magnifico ciborio posto al centro della navata maggiore, e la chiesa di Santa Maria di Propezzano, altra meraviglia di architettura religiosa di scuola benedettina, attualmente interessata da lavori sull’antistante sagrato. È immersa tra i vigneti dell’azienda Abbazia di Propezzano dove Paolo de Strasser, nella cantina proprio accanto all’edificio sacro, produce vini monovarietali (Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino, Passerina) da uve autoctone, con una linea vinificata anche in anfora.
Dal vino alla birra artigianale, oltrepassato il fiume Vomano, il birrificio Terre d’Acquaviva – che nel 2022 festeggerà i dieci anni di attività – si incontra lungo la SS 553 ed è ricavato in uno degli ultimi mulini un tempo numerosi lungo la vallata. Dirigendosi verso la costa adriatica, la fattoria didattica e sociale Rurabilandia, oltre ad essere un punto di ristoro agrituristico ideale per famiglie con bambini, rappresenta un luogo d’accoglienza dove ragazzi con disabilità psichica o fisica vengono coinvolti in percorsi di formazione ed inserimento lavorativo nel settore dell’agricoltura. Giunti nella frazione di Scerne di Pineto si procede a due passi dal mare, con l’aria salmastra a rinfrescare la pedalata. Nel centro della cittadina balneare, raggiunta per la prima volta in assoluto da una tappa del Giro d’Italia, merita una sosta (golosa) il ristorante La Conchiglia d’Oro – socio del consorzio di artigiani del gusto Qualità Abruzzo – dove lo chef Claudio Di Remigio dà vita ad una genuina cucina di pesce proseguendo sulla strada tracciata da nonna Adelina. Tra le proposte in carta da non lasciarsi scappare, i Cappellacci con burrata, scampi e zucchine.
Estesa anche al confinante comune di Silvi, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano è identificata dalla possente struttura d’avvistamento edificata dagli spagnoli a difesa dalle incursioni saracene. Caratterizzata da ambienti di costa bassa e sabbiosa tipici dell’Adriatico, presenta una importante vegetazione dunale, riparo ideale per l’uccello fratino. La pineta che la circonda crea un microclima particolarmente favorevole durante la stagione estiva, contenendo all’interno anche elementi di alta valenza naturalistica. Un’oasi di pace da vivere in assoluto relax, rinfrescandosi nelle acque cristalline nei cui fondali riposano i resti dell’antico porto della città di Hadria, probabilmente di epoca romana.
Proseguendo lungo la strada statale 16 si lascia la provincia di Teramo e si entra in quella di Pescara. All’altezza di Montesilvano si abbandona la costa (che si ritroverà diversi chilometri dopo) per addentrarsi lungo la via Vestina – altrimenti conosciuta come il chilometro lanciato fin dai tempi della Coppa Acerbo, gara automobilistica tra le più prestigiose svoltasi tra il 1924 ed il 1961 – verso l’abitato di Cappelle sul Tavo. Prima di giungere al paese che ha dato i natali all’artista di caratura internazionale Ettore Spalletti, morto purtroppo nell’ottobre 2019, ci si può rimettere in sesto con un aperitivo rinforzato da Pan&Caccòs, dove affidarsi ai consigli di Stefano D’Agostino è sicuramente cosa buona e giusta.
Affrontando le dolci asperità delle colline pescaresi si passano le frazioni di Caprara e Santa Teresa di Spoltore e Villanova di Cepagatti, lasciandosi alle spalle il fiume (e la provincia di) Pescara per giungere quindi a Chieti Scalo. Qui, l’indirizzo da segnare in agenda per gli amanti di una cucina di mare genuina e di sostanza è quello dell’Osteria delle Piane della famiglia Di Girolamo, presente anche nella guida alle Osterie d’Italia 2021 di Slow Food, dove grande è l’attenzione alla valorizzazione delle specie meno nobili del pescato locale. Lunga e tortuosa si presenta la salita che conduce alla zona alta del capoluogo teatino, città d’arte, cultura e storia, sede del prestigioso Teatro Marrucino nonché del Museo Archeologico Nazionale di Villa Frigerj all’interno del quale – tra le diverse meraviglie – è custodita la celebre statua del Guerriero di Capestrano, capolavoro artistico del VI secolo a.C..
Lasciata l’antica Teate romana, dopo il passaggio sul fiume Alento, l’itinerario prosegue verso Ripa Teatina, dove una statua ricorda i natali del pugile Rocky Marciano, omaggiato anche da un premio sportivo che si svolge ogni anno in estate; e Miglianico, sul cui territorio sorge un esclusivo Golf & Country Club con percorso da 18 buche, lungo circa 6 km e disegnato tra laghi artificiali, uliveti e vigneti. A proposito di vigne, l’arrivo a Tollo è annunciato da un paesaggio vitivinicolo caratterizzato dalla presenza diffusa di impianti a pergola abruzzese (altrimenti denominati a tendone) sui quali l’amministrazione comunale è al lavoro da tempo per avanzare la candidatura a Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Gli ultimi saliscendi prima di riabbracciare il mare si affrontano tra Canosa Sannita e Crecchio, quest’ultimo borgo legato indissolubilmente alla storia del suo Castello Ducale, dove la famiglia reale dei Savoia trovò ospitalità durante la fuga verso il porto di Ortona prima di imbarcarsi alla volta di Brindisi. Anche il percorso di tappa prosegue verso la città conosciuta come la Stalingrado d’Italia per essere stata praticamente distrutta durante uno degli scontri più sanguinosi della Seconda guerra mondiale. Il MuBa43 Museo della Battaglia custodisce la memoria di quei giorni, così come il Cimitero Canadese che si incontra in contrada San Donato ne raccoglie i corpi delle vittime. Prima di lasciare il centro abitato è d’obbligo un (p)assaggio all’Enoteca Regionale per conoscere ed apprezzare le mille sfumature dell’universo enologico d’Abruzzo oppure rifocillare anima e corpo gustandosi un piatto di Linguine con vongole e scampi della Trattoria San Domenico posta proprio davanti all’immensità del Castello Aragonese che domina il mare.
Guadagnata di nuovo la statale 16, panorami marini e bellezze naturalistiche si susseguiranno senza sosta fino al nostro approdo finale molisano, in una escalation di luoghi da favola a cominciare dalla Riserva regionale Punta dell’Acquabella con i suoi scenografici belvedere e spiaggetta appartata. Ortona rappresenta, infatti, la porta d’ingresso all’incantevole Costa dei Trabocchi, sicuramente uno degli angoli più suggestivi d’Abruzzo. Se volete concedervi l’esperienza di un pranzo a bordo di queste antiche macchine pescatorie di dannunziana memoria, una sosta gourmet la offre il Trabocco Mucchiola dove, tra gli altri, si propongono piatti come Cevice ai frutti rossi, gamberi, scampi e seppie.
A seguire, il comune di San Vito Chietino rappresenta il luogo dannunziano per eccellenza. È qui infatti che il Vate ambientò il romanzo “Il trionfo della morte”, narrando e descrivendo da par suo diversi luoghi simbolo, dal Trabocco del Turchino al promontorio dove la tragedia si compie e dal quale la vista è libera di contemplare l’infinito, fino al romantico eremo dove il testo fu anche in parte scritto. La proposta culinaria dei numerosi locali della zona è in grado di soddisfare tutti i palati (e le tasche). L’Angolino da Filippo 1891 del patron Carlo De Sanctis quest’anno festeggerà i 130 anni di attività. Presente in Qualità Abruzzo fin dagli albori, nel locale a due passi dal porticciolo imperdibile risulta un assaggio degli iconici Tacconcini alla Filippo in brodo di pesce.
Per chi invece volesse regalarsi una sosta più semplice ed informale, sul tracciato ciclopedonale (in via di completamento e non ufficialmente aperto al pubblico) ricavato lungo l’ex ferrovia denominato Via Verde della Costa dei Trabocchi – a sua volta parte integrante del progetto Bike to Coast grazie al quale la Regione Abruzzo si è aggiudicata l’Oscar del Cicloturismo 2020 (leggi QUI per sapere dell’edizione 2021 in programma a Pescara in giugno) – il posto ideale è rappresentato dal Fiaschetto, cucina di mare (la sera anche di terra, con gli immancabili arrosticini) con pochi fronzoli e tanta genuinità. Infine, all’osteria SottoSale gestita da un altro ramo della famiglia De Sanctis si può gustare il succulento Brodetto alla Sanvitese, garantito anche dalla guida Slow Food. Per gli amanti dello street food, L’Arte del Pane del maestro Vinceslao Ruccolo è il regno di pizze al trancio e altri lievitati, mentre diverse sono le alternative per un cartoccio di frittura di paranza ed altre sfizioserie di pesce.
Tornante dopo tornante, il tour prosegue seguendo la linea di costa toccando la località Vallevò di Rocca San Giovanni nel cui antistante tratto di mare, nell’agosto 1960 si arenò una gigantesca balena, come si può leggere QUI nella storia raccontata da Rinaldo Verì, figlio di uno dei protagonisti e proprietario del Trabocco Punta Tufano, punto informativo, didattico e culturale dove apprendere tutte le peculiarità di questo scorcio di litorale abruzzese. Invisibile dalla sede stradale e mimetizzato nella natura, qualche curva prima del trabocco il ristorante Insight Eatery dello chef milanese – ma ormai abruzzese d’adozione – Simone Parisotto si propone di far vivere un’esperienza multisensoriale capace di andare oltre il gusto. Membro dell’associazione ARiA food, dopo un periodo di studio e lavoro negli Stati Uniti è qui che ha scelto di aprire la sua attività, dando vita ad una cucina di mare sicuramente innovativa rispetto agli standard locali. Piatti come Totano ripieno di salsiccia di fegato con salsa al nero di seppia sono lì a dimostrarlo. Sapori più in linea con la tradizione si possono trovare invece nel ristorante Caldora Punta Vallevò dei gemelli Luca e Marco Caldora – new entry nella guida alle Osteria d’Italia di Slow Food 2021 –, approdo sicuro per chiunque voglia apprezzare la freschezza del pescato dell’Adriatico unito ai prodotti della terra raccolti negli orti della zona, compresi gli originali agrumi della Costa dei Trabocchi (leggi QUI per saperne di più) inseriti dal Mipaaf nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT).
Proseguendo in scioltezza baciati dalla brezza marina, Fossacesia vanta una spiaggia ampia e ciottolosa ed un lungomare in gran parte attrezzato e molto frequentato. Lontano dai clamori della folla, sulla collina contrappuntata di uliveti, la solenne abbazia di San Giovanni in Venere domina nel silenzio tutta la baia, offrendo al visitatore un panoramico colpo d’occhio capace di estendersi fino alle Isole Tremiti. Oltrepassato il ponte sul fiume Sangro si entra nel territorio di Torino di Sangro, sede della Riserva regionale della Lecceta, uno dei pochi boschi litoranei ancora visibili in Italia tra il Gargano ed il Conero. All’interno dei suoi circa 180 ettari di estensione, grazie alla presenza di diversi itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta, è possibile raggiungere il Sangro River War Cemetery – il cimitero militare britannico, secondo in Italia per numero di caduti dopo quello di Cassino – fino al Trabocco Punta Le Morge dove a poche centinaia di metri si estende l’unica spiaggia abruzzese autorizzata per naturisti.
Spostandoci verso Casalbordino ci si allontana leggermente dal mare ma il suo profumo non ci abbandona mai. Qui il posto ideale per rilassare anima e corpo è il ristobar Finis Terrae adagiato a due passi dalla spiaggia dove, soprattutto di giorno, l’approccio è diretto ed i piatti veloci e rigeneranti. La sera i ritmi si rallentano e l’offerta si allarga comprendendo anche la pizza, senza alterare però qualità e cortesia nel servizio. Tra le dune dell’arenile nei pressi della struttura sono ben visibili alcuni cippi identificativi del Regio Tratturo il cui tracciato passa(va) proprio qui.
La sagoma in alto sulla collina del massiccio Palazzo d’Avalos ci segnala che siamo in arrivo a Vasto, splendida cittadina posta a dominio del cosiddetto Golfo d’Oro. Limitandosi alla zona marina, l’itinerario lambisce l’areale di una delle riserve naturali più belle d’Abruzzo, quella di Punta Aderci, con il suo scenografico promontorio, il trabocco con la lunga passerella appena ristrutturata e le spiagge infinite e selvagge. Un’altra attrazione della zona è il ristorante Da Ferri al porto di Punta Penna, locale censito dalla guida alle Osterie d’Italia di Slow Food dove imperdibile è l’assaggio del celebre ed inimitabile Brodetto alla Vastese.
Dopo l’attraversamento cittadino, senza soluzione di continuità si arriva a San Salvo Marina, terminale comune abruzzese prima dell’ingresso in terra molisana con l’arrivo in salita di Termoli. Sul lungomare a due passi dalla statale 16 la natura d’Abruzzo regala le sue ultime perle con la Riserva regionale Marina di Vasto che lascia il passo al Giardino Botanico Mediterraneo. Un autentico paradiso a tutela di flora e fauna, attraversato da uno dei tratti più incantevoli della ciclopedonale Bike to Coast, capace di restituire una piacevole sensazione di quiete a chiunque lo percorra nella lentezza del cammino o spingendo sui pedali. E per festeggiare in bellezza – e con gusto – la conclusione del tour, il ristorante Al Metrò rappresenta senza dubbio la gratificazione migliore. Premiati con una Stella Michelin fin dal 2013, i fratelli Nicola ed Antonio Fossaceca vi accoglieranno con garbo e professionalità proponendo sapori e profumi prettamente di mare diventati nel tempo degli autentici classici come i Ravioli di ricotta nel brodetto di crostacei. Da leccarsi i baffi.