testo di Ivan Masciovecchio.
Nonostante una contrazione dei volumi che a giugno 2023 si attestava intorno al 4-5% rispetto alla sbornia del 2022 e l’ormai consolidata destagionalizzazione nei consumi, le festività natalizie continuano a rappresentare il periodo più importante dell’anno nel settore della spumantistica, quello in grado di fare la differenza. Le previsioni degli analisti dicono che difficoltà economiche, guerre in atto e aumento dei prezzi non spegneranno certo negli italiani la voglia di brindare, orientandone piuttosto le scelte verso bollicine made in Italy.
Tralasciando le regioni tradizionalmente più rappresentative della produzione spumantistica nazionale – dal Veneto al Piemonte passando per Trentino Alto Adige e Lombardia –, nel suo piccolo anche l’Abruzzo ormai da tempo ha cominciato a dedicare un’attenzione sempre crescente verso questa tipologia di vini, soprattutto grazie alla naturale predisposizione alla spumantizzazione di alcune uve autoctone a bacca bianca caratterizzate da alte acidità e basse gradazioni. Attualmente sono poco più di un centinaio le aziende impegnate nella produzione di oltre 250 etichette, circa il 20% delle quali realizzate con il Metodo Classico (o Champenoise) ovvero secondo il lungo e complesso procedimento che prevede una seconda fermentazione in bottiglia, a differenza del ben più diffuso Metodo Martinotti (o Charmat) dove la rifermentazione avviene in autoclavi d’acciaio.
Concentrandoci per ragioni di spazio sull’universo degli spumanti Metodo Classico, il nostro libero, non esaustivo e indipendente tour tra le località più spumeggianti d’Abruzzo non può che prendere avvio da Giulianova dove ha sede la storica azienda Faraone, autorizzazione n. 1 in Abruzzo alla produzione di spumanti Metodo Classico ottenuta nel 1983 grazie alla lungimiranza del compianto fondatore Giovanni, scomparso nel luglio del 2019. Festeggiati i quarant’anni della certificazione con una serie di eventi promozionali, nel solco degli insegnamenti paterni ora è il figlio Federico a dare vita ad un Brut da uve 100% Passerina provenienti dai vigneti elegantemente disposti nel comune di Mosciano Sant’Angelo, affiancato da qualche anno da una versione Rosé ottenuta da uve 100% Sangiovese.
Restando in provincia di Teramo, salendo verso nord lungo la costa, a Tortoreto la Tenuta Terraviva realizza il Petit Brut Rosé, l’unico spumante della provincia ottenuto con il 100% di uve Montepulciano d’Abruzzo. Giunti a Colonnella, i Fratelli Biagi propongono il loro Martina Brut, un insolito uvaggio di Pecorino e Chardonnay in rapporto percentuale 90 a 10, messo a riposo 24 mesi sui lieviti a bassa temperatura. Addentrandoci nella Val Vibrata, in virtù anche della vicinanza col confine marchigiano, l’Illuminati Brut realizzato a Controguerra dalla storica azienda Illuminati – conosciuta originariamente come Fattoria Nicò dal nome dell’illustre fondatore – nasce da un altrettanto originale mix composto per un 60% da Trebbiano d’Abruzzo e per il restante 40% da Verdicchio, affinato per circa 30-36 mesi.
Scendendo verso le colline di Atri, dopo almeno 48 mesi di affinamento sui lieviti, l’azienda Centorame si presenta con l’inedito (per il territorio teramano) Brut Anna, metodo classico caratterizzato da uve Pecorino in purezza. Infine, nella non lontana Bisenti, insieme ad altri giovani visionari Matteo Ciccone ha avviato una meritoria opera di recupero dello storico vitigno Montonico, tutelato con il marchio dei Presìdi Slow Food. Pilatum è il nome dello spumante Brut Millesimato Pas Dosé – ovvero senza aggiunta di zuccheri dopo la presa di spuma – realizzato con un affinamento sui lieviti di almeno 36 mesi.
L’unica azienda della provincia aquilana attiva nella produzione di Metodo Classico la troviamo a Tione degli Abruzzi, in pieno Parco naturale regionale Sirente Velino, dove Adriana Tronca è tornata a stabilirsi dopo una vita passata in Franciacorta, avviando l’azienda Vigna di More. Il Santagiusta (il nome dell’etichetta comprende anche l’articolo) nasce con uve 70% Pinot Nero e 30% Chardonnay coltivate a 700 metri di altitudine nella frazione di Goriano Valli, vinificate mediante una pressatura soffice a freddo in ambiente inertizzato ed affinate sui lieviti da 48 a 96 mesi. Viticoltura eroica per una donna altrettanto coraggiosa che ha deciso di scommettere sulle proprie origini e sul proprio ritorno al futuro, puntando anche sulla omonima versione Rosé da 100% Pinot Nero, anche in questo caso con sosta prolungata di diversi anni sui lieviti.
Entrando in provincia di Pescara, ad Alanno l’azienda Podere Castorani dell’ex pilota abruzzese di Formula 1 Jarno Trulli è l’unica a realizzare bollicine in purezza, utilizzando uve 100% Passerina con affinamento sui lieviti per almeno 36 mesi. Con il resto della produzione provinciale frutto di uvaggi variamente assemblati, troviamo l’azienda Contesa che a Collecorvino – ma con uve provenienti da Catignano – dà alla luce il suo Vitapiena Rosé, blend di 80% Montepulciano d’Abruzzo e 20% Sangiovese messo a riposo almeno 18 mesi sui lieviti. Allo stesso modo, a Rosciano la Cantina Falon commercializza il Brut Io sono, Antigone nato da uve 70% Chardonnay e 30% Pecorino, con sosta di almeno tre anni sui lieviti. Restando in zona, dal 1997 la cantina Marramiero realizza bollicine esclusivamente con vitigni Pinot Nero e Chardonnay, utilizzati in percentuali diverse a seconda delle etichette. Nel caso del Brut – premiato dalla guida Sparkle 2024 con il massimo riconoscimento delle Cinque Sfere, unico in Abruzzo, per il quattordicesimo anno consecutivo – a prevalere è il 60% di Chardonnay, mentre nella versione Rosé – anch’essa gratificata con le Cinque Sfere da ben dodici anni – è l’80% di Pinot Nero a regalare corpo e longevità al prodotto.
Proseguendo, il paese di Nocciano si presenta disteso ai piedi del suo antico castello. Da qui ed in parte dai vigneti ubicati nel territorio di Cugnoli, entrambi coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica, arrivano le uve Montepulciano d’Abruzzo e Pecorino, più una piccola parte di Chardonnay, che l’azienda agricola Chiusa Grande utilizza per i suoi due spumanti tipologia Brut D’Eus Bianco e D’Eus Rosé – nonché per la nuova versione Pas Dosé che vanta ben 70 mesi di affinamento –, così chiamati dal nome del titolare Franco D’Eusanio. Raggiunge invece l’80% lo Chardonnay utilizzato insieme ad un 20% equamente ripartito tra Montepulciano d’Abruzzo e Pecorino dall’azienda vinicola Petrini di Spoltore per la realizzazione dello spumante Brut Le Mie Abitudini che affina sulle fecce per almeno 48 mesi.
Spostandoci sulla rive droite del fiume Pescara, pur essendo in territorio pescarese, è all’interno del Parco nazionale della Maiella che si staglia il tetto ad ala di gabbiano della Cantina Zaccagnini di Bolognano. Qui dove vino ed arte si fondono in una casa comune, da un blend di uve a bacca nera prende corpo lo spumante Zirì-Tè Extra Brut Rosé, che prima di essere sboccato riposa almeno 18 mesi sui lieviti. A due passi dalla straordinaria abbazia di S. Clemente a Casauria opera l’artigiano delle bollicine Fausto Zazzara, che nei rinnovati spazi della sua cantina diffusa di Tocco da Casauria scavata nel tufo produce spumanti Brut, Rosé e Pas Dosé originariamente mai uguali a se stessi, come la vecchia etichetta Majugual certificava, oggi invece sempre più coerenti e lineari, affinati da 24 a 60 mesi e realizzati da una cuvée di vitigni autoctoni provenienti da vigneti sparsi in diverse zone della regione.
Il nostro viaggio tra gli spumanti d’Abruzzo si conclude nella provincia di Chieti, dove insiste il 75% del territorio vitato regionale. Ad un tiro di schioppo da Pescara, San Giovanni Teatino è il luogo d’elezione dove prende corpo la Pura Follia Brut Bio della Fattoria Teatina, unica bolla in regione ad essere realizzata con uve 100% Riesling e almeno 24 mesi di riposo sui lieviti. Da Francavilla al Mare, invece, ma realizzato con uve 100% Pinot Nero provenienti da Capestrano, in provincia dell’Aquila, arriva lo spumante Vittoria Rosé Millesimato Pas Dosé della cantina Pasetti, affinato fino a 58 mesi sui lieviti. Poco più a sud, a Ripa Teatina gli spumanti Nicola Di Sipio Brut e Brut Rosé sono proposti dall’omonima cantina utilizzando uve internazionali come Chardonnay e Pinot Nero, rispettivamente in percentuali 60-40 e 20-80 a seconda delle tipologie.
Scendendo ancora di pochi chilometri verso il mare, nel territorio del comune di Tollo, l’azienda Feudo Antico propone Tullum, un Brut Blanc de Blanc ottenuto da uve 100% Chardonnay – così come il Brut offerto da Vigneti Radica –, entrambi affinati sui lieviti anche fino a sei-sette anni. Le stesse colline che guardano il mare Adriatico, coperte alle spalle dal massiccio della Maiella madre, ospitano i vigneti di Pecorino, Montonico e Montepulciano d’Abruzzo a disposizione della cooperativa Citra per la linea di spumanti monovarietali Fenaroli Brut Millesimato (anche Rosé) con affinamenti diversi da 12 a 36 mesi. E sempre dai territori ortonesi proviene il Brut Millesimato da uve Pecorino in purezza, messo a dimora 12 mesi sui lieviti, prodotto da Casal Thaulero.
Con il suo storico ed imponente castello ducale, la vicina Crecchio rappresenta il luogo d’elezione della Tenuta Ulisse che qui produce il suo Brut Dosaggio Zero ottenuto da uve 100% Pecorino senza aggiunta di zuccheri, con un affinamento medio sui lieviti di 18 mesi. Scendendo in area frentana, l’azienda Collefrisio di Frisa propone il Brut Le Cave della Guardiuccia realizzato sia con un uvaggio di 80% Chardonnay e 20% Pinot Nero, sia in purezza 100% Pinot Nero nella versione rosé, entrambi sostando sui lieviti per almeno 36 mesi.
Si arriva quindi a Lanciano, la città del doppio miracolo eucaristico. Grazie alla cantina Eredi Legonziano da qualche anno può vantare anche un altro primato, ovvero la primogenitura degli spumanti Abruzzo Doc realizzati unicamente con assemblaggio di uve autoctone per le linee Carmine Festa e Legonziano Brut, quest’ultima proposta anche nella versione Rosé e Pas Dosé oppure in purezza come nel caso della Passerina 100%. Dirigendosi nuovamente verso il mare Adriatico, sulle colline a ridosso della splendida Costa dei Trabocchi, La Vinarte di Santa Maria Imbaro presenta il suo Maja Brut Nature, omaggio alla Maiella da uve Montonico in purezza, lasciato a riposo almeno 12 mesi sui lieviti. Giunti infine nello splendore della città del Vasto e del suo Golfo d’Oro, la cantina Jasci & Marchesani ci accoglie al termine del viaggio con il Brut Dosaggio Zero dal nome Autentico, frutto di un originale blend di 50% Pecorino, 30% Riesling e 20% Chardonnay, del quale attualmente troviamo in commercio il millesimo 2019 affinato 48 mesi sui lieviti.
In chiusura, facendo una digressione nell’universo Charmat, ricordiamo che questo Natale saranno disponibili le prime bottiglie di Trabocco Spumante d’Abruzzo DOC, il nuovo progetto del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo legato alle bollicine realizzate esclusivamente con il Metodo Martinotti utilizzando solo uve autoctone quali Passerina, Pecorino, Trebbiano, Montonico, Cococciola e Montepulciano d’Abruzzo, lanciato in anteprima lo scorso mese di giugno.
Ad usufruire attualmente del marchio collettivo – che in futuro potrà essere richiesto da qualsiasi altra cantina regionale previa adesione al regolamento approvato dal consorzio nel 2022 – sono le tre aziende ortonesi Casal Thaulero, Citra e la cooperativa Vinco – consorzio di secondo livello che raggruppa dieci realtà associative della provincia di Chieti per un totale di oltre 2000 soci –, insieme alla lancianese Eredi Legonziano. Dodici gli spumanti attualmente prodotti in totale sotto il vessillo del Trabocco vale a dire Montonico Brut, Passerina, Pecorino e Rosé Extra Dry per Eredi Legonziano; Aureae Stellae Pecorino Brut e Rosé Brut per Citra; Voilà Pecorino Brut e Rosé Brut per Casal Thaulero; Venere Bio Brut 100 (blend da uve Pecorino e Cococciola), Passerina, Pecorino e Rosé Extra Dry per Vinco. Per un brindisi sotto l’albero originale e sorprendente come la terra d’Abruzzo.