Lo sport del remo abruzzese è intimamente legato alle acque del fiume Pescara e alla più antica società sportiva italiana di voga del centro-sud, il Circolo canottieri “La Pescara”. Fondato il primo agosto del 1924, fu da subito affiliato alla “Reale federazione italiana di canottaggio”
di Aldo Giorgio Pezzi
Il circolo remiero ha incluso da subito personaggi di spicco della società pescarese di allora, primo fra tutti Gabriele d’Annunzio che, nel 1926, conia al Vittoriale la storica dedica “Ai rematori della Pescara e alla Pescara dei rematori” firmandosi “remo da bratto”. Da allora, con Ferdinando Coen primo Presidente, ad oggi, sotto la lunga presidenza di Luca Nicolaj – al ‘timone’ della società dal 1991 – l’attività svolta dai ‘canottieri’ di Pescara nelle varie discipline sportive in cui si è cimentata oltre a quella del remo, è valsa riconoscimenti unanimi e una stella d’argento al merito sportivo.
Imminente l’onorificenza sportiva per eccellenza, la stella d’oro del CONI.
Le vicende della società sono ripercorribili in parte con le ormai rare testimonianze di chi le ha vissute (spicca quella del nonagenario pescarese Velio Supplizi), in parte con la ricca documentazione fotografica. Negli anni Trenta, spostata la sede più a monte del fiume ma sempre sulla sponda nord, è prevalente l’attività del canottaggio con equipaggi storici che gareggiano con successo in ambito nazionale (una foto del 1938 racconta di un ‘quattro’ formato da Gilberto Ferri, Renzo Tedeschi, Nino Carletti, Pietro Dal Pozzo con Carlo Salvatore al timone che prende parte alle regate preolimpioniche di Piediluco).
Gli anni successivi alla guerra vedono i ‘canottieri’ di Pescara impegnati su diversi fronti sportivi: alle attività di canottaggio e canoa, portate avanti specialmente dal gruppo sportivo del 68° Comando dei Vigili del Fuoco di Pescara, si affiancano per un lungo periodo la pallacanestro, il calcio, la ginnastica, la motonautica e il badminton. Tra i risultati di quegli anni rientrano, nella canoa, il bronzo ai Campionati Italiani di fondo sui 10 chilometri conquistato nel 1955 a Trieste da Pasquale Angelone e Nino Cipollone con un K2 in legno di fabbricazione svedese. Nuovo impulso al canottaggio giunge negli anni Settanta partendo dalla formazione di giovanissimi atleti, spronati da veterani pescaresi del remo come Giancarlo Avallone e Sandro Passariello. L’esito del rinnovato investimento nelle attività remiere, seguite dall’indimenticato Aulo Tucci prima e da Domenico Giura poi nelle vesti di direttore tecnico (carica che riveste ancora oggi) consentirà per lungo tempo a “La Pescara” di riscuotere successi in campo interregionale e nazionale. Le soddisfazioni maggiori giungono intorno alla metà degli anni Ottanta con Gladys Putaturo e Lara Sabatini, due atlete che avranno anche la soddisfazione di vestire la maglia azzurra di canottaggio. Al loro fianco si mettono in luce altri equipaggi pescaresi formati da canottieri come Luigi De Collibus, Fulvio Bernabei, Cesare Santarelli, Umberto Di Bonaventura, Dino Onofri e da canoisti come Sergio e Giampiero Cialini, Dario e Luigi Bernabei, Carlo e Aldo Pezzi, Matteo e Luca Natale, Massimiliano D’Annunzio, Marco Pagliaro e, più tardi, Achille Crisante e Matteo Panichi. Molti di questi atleti – passato il testimone nell’attività agonistica ai vari Giancarlo Russo, Michele Cicconetti, Piero Campilii e Alessandro Chiola – si cimentano ancora con successo in gare remiere come l’internazionale Regata dei Gonfaloni nel porto canale di Pescara. Situazioni contingenti hanno, negli ultimi anni, rallentato l’attività del circolo sportivo pescarese. Ma il blasone societario è stato tenuto alto da una nuova generazione di vogatori grazie ad una pianificazione societaria mirante a programmare nel tempo gli obiettivi, soprattutto attraverso l’incentivazione del vivaio giovanile e il concreto tentativo di ritorno ad un’attività costante sul fiume Pescara.
Memorabili restano, nel 2004, i festeggiamenti per l’Ottantenario della società, mirabilmente organizzati dal presidente Nicolaj con una serie di eventi sportivi non solo remieri.
L’auspicio resta quello di restituire alla città l’immagine che ormai è scolpita nella memoria dei pescaresi, ossia quella di un fiume solcato dagli armi di canottaggio e canoa del Circolo canottieri “La Pescara”, magari spronati ora come alle origini dal dannunziano motto “Arranca, sotto!”.