Testo di Ivan Masciovecchio
Fantastica e crudele, è una storia di ordinario capitalismo quella andata in scena negli anni ’20 del secolo scorso nel cuore dell’Abruzzo sannitico – allora un tutt’uno con il vicino Molise – nell’odierno territorio del comune di Scontrone, raccontata dettagliatamente nell’ultimo numero di Tesori d’Abruzzo attualmente in edicola. Ci riferiamo all’avvincente parabola della Società Anonima Birra d’Abruzzo, il piccolo stabilimento per la Fabbricazione della Birra e del Ghiaccio che dall’anno della sua fondazione e fino al 1930 divenne il concorrente più temibile della già affermata Peroni, surclassandone le vendite grazie ad una intelligente politica di prezzi calmierati e, soprattutto, alla straordinaria bontà artigianale della birra prodotta.
Grazie anche alla lungimiranza della propria amministrazione comunale, il piccolo borgo adagiato sulla sponda sinistra del fiume Sangro a ridosso del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, noto per i caratteristici murales che ne colorano le vie e le piazze, il Museo Internazionale della Donna nell’Arte – unico nel suo genere – ed il Centro di Documentazione paleontologico posto sulle pendici del Monte Greco, ha deciso di riannodare in qualche modo i fili con il proprio passato, organizzando per il prossimo sabato 6 dicembre un convegno divulgativo dal titolo “Birra d’Abruzzo. Una storia per il futuro” al quale parteciperanno, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe, il botanico Aurelio Manzi e la bibliotecaria del comune di Castel di Sangro Maria Domenica Santucci, grazie alla quale questa storia è venuta alla luce. Al termine dell’incontro seguirà una degustazione offerta dai birrifici molisani Cantaloop e Birrificio del Volturno e dagli abruzzesi Almond ’22 e Birrificio Maiella.
Ringraziandola per aver gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande, con il sindaco di Scontrone Ileana Schipani – da poche settimane neoeletta all’interno del Consiglio nazionale dell’Anci – facciamo il punto a pochi giorni dall’evento.
Cosa vi aspettate da questo incontro?
Quello del 6 dicembre è un appuntamento che abbiamo in mente e a cui stiamo lavorando da tempo, certi che quella della Birra d’Abruzzo sia una storia importante che merita di essere riscoperta, fatta conoscere e da cui è anche possibile trarre ispirazione per il futuro. Auspichiamo quindi che l’iniziativa culturale sia soprattutto un’occasione di conoscenza più approfondita del periodo storico che ha visto lo sviluppo, nel nostro territorio, di un’industria di successo, che seppe portare occupazione e crescita, utilizzando in modo intelligente le risorse che la natura metteva a disposizione. Ci piacerebbe, inoltre, che si generasse un dibattito che guardi anche al futuro con un pizzico di prudente entusiasmo; infatti, proseguendo i passi della nostra storia, potrebbero prendere vita nuove idee e svilupparsi interessanti opportunità legate alla produzione della birra artigianale. Per questo motivo avremo tra gli ospiti produttori del settore che verranno a raccontarci la loro esperienza; e naturalmente a farci assaggiare la loro birra!
Oltre al convegno seguiranno altre iniziative legate alla Birra d’Abruzzo?
Sì, l’intento è di continuare a mantenere viva l’attenzione su questo tema sia perché la sua storia è unica e non può assolutamente andare perduta, sia perché è intenzione dell’amministrazione poter contribuire, nel possibile, a creare le condizioni per supportare lo sviluppo di iniziative di carattere microimprenditoriale in questo ambito. Riteniamo di avere tutti i numeri per provarci: l’esperienza che dimostra che è possibile farlo, la terra generosa e l’acqua limpida d’Abruzzo, un territorio che incanta per la magia dei suoi luoghi. Presto potremo magari anche parlare della sapienza delle mani dei suoi mastri birrai.
A proposito di mastri birrai, pensate di coinvolgere nel progetto realtà già attive sul territorio?
Il progetto di recupero dell’esperienza Birra d’Abruzzo vuole dar vita ad un luogo di incontro aperto a tutti. Il nome stesso ci invita a pensare a questo progetto come ad un patrimonio dell’intera nostra regione. Chiunque abbia voglia di sperimentare e interesse a ricalcare le orme di un glorioso passato che portò la fama dell’Abruzzo in giro per l’Italia può trarre ispirazione da questa storia affascinante e magari provare a cimentarsi con la riproduzione della sua ricetta.
L’architetto De Vito, autrice nel 2001 di una tesi di laurea sul recupero della struttura, ci ha detto che il fabbricato attualmente risulta seriamente compromesso. Avete pensato di richiedere una qualche forma di tutela presso il Mibact coinvolgendo, ad esempio, associazioni come Italia Nostra o simili?
E’ vero, purtroppo le condizioni dell’edificio sono in cattivo stato e dobbiamo comprendere quali siano le intenzioni del privato che ne detiene la proprietà. Noi in verità abbiamo immaginato che la struttura possa avere un interesse come manufatto di archeologia industriale. L’auspicio è che questo edificio possa trasformarsi da luogo abbandonato, vuoto e decadente in un monumento al lavoro nel quale creare nuova occupazione; ad esempio uno spazio dove possano trovare residenza startup di carattere sociale e culturale o cooperative che vogliano investire sulla naturale vocazione agro-alimentare di questo territorio a cavallo tra Abruzzo e Molise. Lavoreremo presto per attivare ogni possibile interlocuzione che vada in questa direzione.
Il paese si è mostrato interessato al recupero di questo pezzo della propria storia? In particolare, c’è stata attenzione da parte dei giovani?
Il paese ha risposto in maniera molto vivace, devo dire al di sopra di quelle che erano le nostre previsioni iniziali. Organizzate insieme alla consigliera con delega alla cultura Erika Iacobucci, abbiamo tenuto diverse riunioni con le associazioni locali per avanzare la proposta di rievocare la storia della Birra d’Abruzzo; tutti hanno voluto essere presenti e la partecipazione dei tanti ragazzi e ragazze appartenenti alla Consulta dei Giovani del comune di Scontrone ci ha immediatamente fatto capire che c’era un grande potenziale di idee su cui lavorare. Naturalmente abbiamo sentito subito anche la responsabilità, da amministratori, di non generare aspettative eccessive; bisogna lavorare molto e creare le giuste condizioni affinché dal recupero di una bella storia si passi ad una più concreta ipotesi di sviluppo artigianale. Noi ci crediamo, ma tutti quanti dobbiamo avere la consapevolezza che progetti di questo tipo richiedono un impegno collettivo e tanta dedizione.
Come prosegue la raccolta di materiali e testimonianze legate alla storia della fabbrica?
Con l’aiuto di tante persone generose e appassionate che hanno risposto all’appello lanciato ormai qualche mese fa, siamo riusciti a raccogliere molto materiale prezioso. In occasione dell’evento sarà allestita una mostra nella quale verranno presentate ricerche d’archivio, fotografie, documenti, oggetti appartenuti all’antico birrificio e testimonianze inedite.
Qual è l’oggetto o il ricordo più originale che avete ricevuto finora?
Da quando abbiamo diffuso la notizia dell’evento, sono davvero tanti i documenti e gli oggetti pervenuti; e crescono di settimana in settimana. Cito per tutti il simbolo dell’intera storia: la targa originale della Birra d’Abruzzo, con un po’ di ruggine e tanto fascino.
Personalmente lei cosa auspica per il rilancio del territorio di Scontrone?
Che siano sempre più le idee e le energie dedicate a progetti capaci di creare opportunità per le giovani generazioni. E sono convinta che la miscela giusta sia proprio quella che ha reso grande la Birra d’Abruzzo: originalità, innovazione, sostenibilità, rapporto con le proprie radici e una gran voglia di guardare al futuro.