testo di Ivan Masciovecchio.
Abruzzo, vero piacere. Così la regione verde d’Europa si presenta a Torino alla decima edizione del Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre in programma dal 23 al 27 ottobre all’interno dei consueti spazi fieristici del Lingotto e dell’Oval. Ad una settimana dall’inaugurazione, il calendario generale degli eventi della manifestazione ideata ed organizzata da Slow Food con il contributo di Regione Piemonte e Città di Torino e grazie alla collaborazione del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (scarica qui il programma completo), ha fatto registrare già diversi sold out, confermandosi come uno degli appuntamenti più attesi ed interessanti del settore.
Due gli assi portanti di questa edizione: l’Arca del Gusto ed il riconoscimento al valore dell’agricoltura familiare. Progetti e tematiche collegati tra loro da un robusto filo verde che mette insieme la salvaguardia della terra da cui tutto nasce, il rispetto per i contadini che la lavorano con sacrificio, la biodiversità del cibo prodotto e la tutela dei cittadini che con quel cibo effettivamente si nutrono. Una visione olistica contrapposta in maniera un po’ manichea al concetto di agricoltura industriale – detta anche agribusiness a testimonianza della sua natura speculativa rivolta esclusivamente al profitto –, dove il cibo prodotto in quantità sempre maggiore, violentando cicli colturali e territori, non rappresenta altro che merce da vendere. Non importa che venga mangiato; l’importante è che sia acquistato. E qui sarebbe interessante ascoltare il parere di Oscar Farinetti, il geniale e vorticoso fondatore della catena alimentare Eataly, che con Slow Food qualche accordo commerciale pure l’ha stretto.
Tornando all’Abruzzo, tra i consueti laboratori del gusto, degustazioni al banco, presentazioni di libri, menu tematici e momenti di confronto con i singoli produttori, i visitatori che passeranno per il padiglione 2 del Lingotto «avranno la possibilità di conoscere molti dei prodotti tipici del nostro territorio, dai formaggi, ai salumi, agli oli extravergini, ai vini, ed inoltre potranno gustare le numerose specialità regionali che gli chef prepareranno in diretta; sarà un modo semplice e diretto per scoprire le peculiarità di un territorio unico», come scrive l’assessore alle Politiche agricole della Regione Dino Pepe nella brochure di presentazione dell’evento.
Sfogliandola velocemente (clicca qui per scaricare il programma completo), giovedì 23 si comincerà con la presentazione dei mieli d’Abruzzo per tuffarsi poi nella tradizione olearia delle diverse cultivar regionali. Venerdì 24 invece saranno i salumi di razza ad aprire i laboratori, seguiti dalla presentazione del libro edito da Slow Food sulla grandezza del Montepulciano d’Abruzzo; la giornata si chiuderà con i profumi unici dell’oro rosso d’Abruzzo ovvero lo Zafferano dell’Aquila coltivato nell’altopiano di Navelli. Sabato 25 giornata virtuosa con un incontro sul piatto principe della tradizione teramana ed un laboratorio sulla carne ovina, regina delle tavole abruzzesi; ci si soffermerà anche sul fenomeno ormai dilagante delle birre artigianali e del loro legame con il territorio di provenienza. Domenica 26, penultimo giorno di salone, ci si immergerà in tutti i colori del Cerasuolo d’Abruzzo; a seguire, viaggio nella produzione casearia con un confronto tra pecorini. Invitando tutti al 2016 ed in attesa dell’Expo che sarà, si chiuderà lunedì 27 con la scoperta dei legumi di montagna ed un interessante laboratorio in cui si potrà assaggiare una selezione di vini bianchi ottenuti da vitigni autoctoni come pecorino, passerina, cococciola e montonico, sempre più apprezzati da pubblico e critica anche in ambito internazionale.