Svoltasi lo scorso venerdì 22 giugno con iniziative in tutta Italia, la giornata nazionale #oggirosé – promossa dai consorzi di tutela dei vini Cerasuolo d’Abruzzo, Chiaretto di Bardolino, Valtènesi Chiaretto, Castel del Monte Bombino, Castel del Monte Rosato e Salice Salentino Rosato per promuovere la diffusione della conoscenza del vino rosato autoctono italiano – nella sua derivazione pescarese ha assunto anche una meritoria sfumatura sociale grazie all’incontro #oggirosé: contro la violenza organizzato in seguito al recente femminicidio di Donatella Briosi, sommelier pescarese e friulana d’adozione.
La manifestazione nata dalla sinergia tra la delegazione abruzzese dell’associazione Le Donne del Vino guidata da Jenny Viant Gómez, la pittrice Natalia Orsini, il centro antiviolenza Ananke, lo studio legale Diego Bracciale, la Fondazione Italiana Sommelier e con il patrocinio della Provincia di Pescara, è servita anche per fare il punto della situazione rispetto ad un fenomeno purtroppo sempre più diffuso: dalla definizione del reato di violenza di genere, in cui si esplicita che esso comprende tutte le forme di violenza, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori (stalking) allo stupro, fino al femminicidio; alla necessità di perfezionare l’iter per chi sporge denuncia, che resta comunque la prima misura da adottare per tutelarsi. «Le leggi per contrastare la violenza sulle donne esistono, sono stati fatti dei passi avanti ed è bene che le donne ne siano consapevoli – ha ribadito l’avvocato Diego Bracciale del Foro di Chieti –, subire in silenzio non è la via di uscita. La denuncia è l’unico elemento che abbiamo dal punto di vista legale per intraprendere le misure di tutela successive. Come in tutti gli ambiti, fanno spesso la differenza la specializzazione e la sensibilità del legale che segue questa delicatissima tipologia di reato».
A ostacolare le denunce sono frequentemente, ma non sempre, le condizioni economiche e sociali disagevoli. In tal caso giocano un ruolo importante le reti antiviolenza – contattabili gratuitamente al numero 1522, anche solo per avere chiarimenti – ed i centri di ascolto e accoglienza, come Ananke. «Siamo in prima linea e purtroppo operiamo con fondi che sono sempre più risicati, – ha dichiarato Doriana Gagliardone –, ma non ci possiamo fermare. Stiamo assistendo a una escalation della violenza. Da statistiche 1 donna su 3 subisce violenza e la soglia di età delle donne bersaglio si sta abbassando, oscillando tra 25 e 45 anni. Annualmente ci occupiamo di 160 donne e riceviamo 400 contatti telefonici».
«Subire violenza genera un senso di vergogna e fallimento – ha illustrato la psicologa Brunella Capisciotti –, si finisce per sentirsi privati della vita, pure vivendo. Nelle relazioni che non funzionano si istaura spesso un atteggiamento di sacrificio continuo. Il mondo diventa sempre più ristretto e, per paradosso, il maltrattamento resta l’unica certezza a cui aggrapparsi». Analizzando il quadro della violenza di genere si evince che esistono sempre dei campanelli d’allarme (isolamento, riservatezza estrema, ricerca di affetto, emotività, dedizione eccessiva al lavoro, solo per citarne alcuni) e l’apice della violenza di genere, il femminicidio, non è mai veramente un fulmine a ciel sereno.
La scelta de Le Donne del Vino d’Abruzzo di creare sinergie e collaborazioni al fine di porre l’accento sul contrasto della violenza di genere, diventata ormai un’emergenza sociale, è in linea con le azioni che sta intraprendendo a livello nazionale l’associazione guidata Donatella Cinelli Colombini. Un brindisi alla memoria di Donatella con i vini delle socie produttrici delle cantine Masciarelli, Bosco Nestore, Chiusa Grande, Codice Citra, Vini Mastrangelo e Di Biase ha concluso l’intensa giornata.