testo di Ivan Masciovecchio.
Una ragione sociale che, nomen omen, già contiene in sé una chiara dichiarazione di intenti, sostenuta da un vero e proprio manifesto culturale nel quale, tra i vari punti, si ribadisce che «il vino in cui crediamo è connessione, unisce, fa tornare la voglia di vivere, di condividere, di accogliere, di mangiare e bere insieme, di fare l’amore». Così si presenta Social Wine, la nuova realtà distributiva avviata dallo storico imprenditore del food & beverage pescarese Gianluca Di Tillio con l’intento di «creare una nuova ecologia commerciale tra vignaiolo, distribuzione, oste e cliente finale».
Una filiera virtuosa dove, nel rispetto del lavoro di ciascuno, protagonisti assoluti risultano essere gli artigiani della terra attenti alla salvaguardia del suolo, dell’uva e della salute delle persone; una distribuzione in grado di selezionare prodotti di qualità senza badare a denominazioni, titoli, premi e provenienze glamour, mantenendo al contempo prezzi contenuti e accessibili; e infine quei ristoratori capaci di riappropriarsi del proprio ruolo di educatori e guide nell’accompagnare il cliente verso una scelta consapevole.
È soprattutto a questi ultimi che Social Wine si rivolge, ponendoli al centro di un dialogo in costante aggiornamento ed offrendo loro la possibilità di selezionare per la propria carta dei vini anche poche bottiglie, scelte all’interno di un catalogo arricchitosi nel tempo di referenze sempre originali, scovate con curiosità e passione tra l’Europa – con molta Francia, ma non solo – e il Sudamerica, passando per l’Italia e ovviamente l’Abruzzo, tra piccoli vignaioli artigiani che «avendo cura della terra e del territorio, facciano un vino buono, autentico, personale, non omologato, vivo, non difettato, in grado di esprimere il territorio, l’annata e la propria visione». Al bando quindi puzzette e solforosa da tagliare con il coltello.
Un’occasione per conoscere da vicino ed apprezzare nel calice alcuni dei vini targati Social Wine si è avuta nei giorni scorsi grazie ad una serata conviviale organizzata dallo staff del ristorante Il Pirata di Pescara che ha visto la partecipazione di una nutrita platea di ristoratori, addetti ai lavori, vignaioli e semplici appassionati, alcuni dei quali già coinvolti nel progetto portato avanti da Gianluca. Il viaggio enologico ed emozionale ha preso avvio dalla Spagna con un Cava Els Vinyerons Pregadéu Brut Nature 2022 da uve Xarel-lo in purezza, splendida espressione di salinità e freschezza, per poi spostarsi in Mosella con il Brut Nature Frank John, «la bolla che non ti aspetti», espressione di uve Riesling al 100%, con sosta sui lieviti 60 mesi e sboccatura nel 2021.
A seguire, quattro espressioni di diversi terroir de France – dalla Loira, Complemén Terre Muscadet Le Breil 2021 e Domaine Bariou & Bodet Cheninpan 2022; dalla Borgogna, Cremant Domaine De La Luolle Zero Dosé Extra Brut 2020; da Bergerac, nella regione della Nuova Aquitania, la inusuale e profonda interpretazione del Sauvignon di Domaine Julien Auroux Sans Bois ni Loi 2022 – e quindi dal Cile il Blanco Chileno 2022 di Louis-Antoine Luyt, approdando infine in Abruzzo nel territorio di Pietranico (PE) con il Cerasuolo d’Abruzzo Sotto il Ceraso 2021 che l’azienda agricola Caprera ricava da una piccolissima vigna di 90 anni allevata sui suoli sabbiosi e sassosi del versante pescarese del Gran Sasso d’Italia.
Dalla cucina lo chef Francesco Pettinella ha deliziato i partecipanti con la consueta sarabanda di assaggi e piatti eleganti, puliti, dai sapori netti e riconoscibili, buoni da mangiare e anche belli da vedere, dalla carnosa Ostrica con aglio fermentato, cetriolo, mela e rafano, al Sandwich di alici del Cantabrico, tartare di Scottona, frutto del cappero e burro di latte crudo. Proseguendo poi con una gustosissima Croustade con cozza affumicata e peperone dolce di Altino; Il fish & chips porcini e rosmarino; Mazzancolle alla brace, bisque, cavolo nero e limone bruciato; una sugosa Trippa di pesce e pecorino romano; Ravioli ripieni di merluzzo e ricotta e conditi con sugo di dentice, ricotta salata e ginepro; per terminare con del Polpo alla brace servito con melanzane, carote, cipollotto ed erbe aromatiche. Degna conclusione di una serata dove, al di là di cibo e vino, è stato bello condividere sorrisi, sguardi e pensieri in puro stile Social Wine.