testo di Ivan Masciovecchio.
A quattro mesi esatti dalla presentazione ufficiale dell’ambizioso progetto (leggi qui per i dettagli) come l’ha ripetutamente definito il sindaco Luciano Di Lorito, e dopo la successiva sottoscrizione di un protocollo di intesa tra la stessa amministrazione comunale e la neonata associazione BirrAbruzzo per la definizione e l’allestimento di un contenitore di eventi culturali e ricreativi in calendario dal 31 luglio al 3 agosto prossimi, Spoltore Polo della Birra Artigianale prosegue il suo originale percorso fatto di piccoli ma spediti passi, chiudendo con la cerimonia di consegna degli attestati il primo ciclo di seminari su cultura e produzione della birra artigianale.
Per capire il clamoroso successo dell’iniziativa, esauriti in una manciata di ore i trenta posti disponibili, si è stati costretti ad organizzarne subito un secondo (allargato a circa sessanta persone ed anche questo andato rigorosamente sold out), inaugurato ieri sera per concludersi in primavera, ed al quale ne seguirà addirittura un terzo visto che le richieste di iscrizione non accennano a diminuire.
Oltre al sindaco Luciano Di Lorito il quale, tra i prossimi obiettivi, ha ventilato l’ipotesi di un futuro gemellaggio con altre città della birra europee, grande soddisfazione è stata espressa anche da Jurij Ferri, titolare dello storico birrifico Almond ’22 e motore trainante del progetto. «Questa ampia partecipazione ed il buon livello degli iscritti ci ha sorpreso positivamente. Hanno dimostrato grande interesse, più di quello che ci aspettavamo, considerato che il nostro corso rappresentava una sorta di start-up. Diversa la loro provenienza, presenti tanti residenti di Spoltore ma non solo; così come svariate sono risultate le motivazioni che hanno spinto all’iscrizione, compresa la semplice curiosità per un fenomeno che in Italia sta raggiungendo numeri notevoli». Basti pensare, infatti, che attualmente sono oltre seicento i birrifici attivi lungo la Penisola – di cui diciotto solo nella nostra regione –, vale a dire tre volte i birrifici presenti in Belgio. «E se in Belgio ci fossero seicento produttori di pasta forse questo farebbe notizia – dichiara sorridente Jurij –. Il nostro sogno è quello di portare la birra abruzzese al successo, magari facendola conoscere anche fuori dai confini nazionali, perché all’estero non vogliono cloni delle loro birre ma vanno alla ricerca dell’italian style, fatto di eleganza ed ecletticità».
Tra i vari intervenuti della serata, il direttore di ConfApi Ernesto Petricca – fresco di costituzione in seno all’associazione delle piccole e medie imprese del comparto relativo alla birra artigianale –, ha evidenziato quanto i birrifici abruzzesi siano «espressione di un territorio che vuole farsi conoscere in tutto il mondo. Come associazione di categoria abbiamo quindi l’obbligo di lavorare alacremente, in collaborazione con le istituzioni locali, affinché si trovino quelle risorse – magari in sede europea – necessarie per far in modo che queste imprese possano svilupparsi sempre di più. Noi ce la stiamo mettendo tutta, sicuri di farcela. Speriamo che questo sia soltanto il punto di partenza».
E con il sostegno ulteriore da parte dei rappresentanti locali di Coldiretti, Confindustria, Slow Food e dell’immancabile Fondazione PescarAbruzzo, tutti pronti a dichiarare la propria vicinanza al progetto mettendosi a disposizione per future e fattive collaborazioni, archiviata la cerimonia di consegna degli attestati, anche il secondo ciclo di seminari ha potuto prendere il via, salutato dalla presenza di Arrigo De Simone di Desmond e di Marco Leardi di Birra Leardi. In attesa del festival estivo che verrà ed al quale, oltre ad una degna rappresentanza dei birrifici regionali, hanno già dato la propria adesione alcune delle principali realtà brassicole nazionali, vale a dire il lombardo Birrificio Italiano, l’emiliano Birrificio del Ducato, il friulano Foglie d’Erba ed il veneto Birrone.