testo di Ivan Masciovecchio.
Con l’approssimarsi del 14 febbraio, proponiamo un originale itinerario attraverso dieci romantiche e suggestive località d’Abruzzo contrassegnate in qualche modo dallo stigma dell’amore – poetico, tragico, infelice o passionale che sia –, da percorrere magari tutto l’anno insieme a chi si ama e ci fa battere forte il cuore, affinché il desiderio di condividere bellezza cresca e si rinnovi ogni giorno di più.
Il nostro viaggio emozionale non può che prendere avvio da San Valentino in Abruzzo Citeriore, in provincia di Pescara. Oltre ad essere il comune con il nome più lungo d’Italia, rappresenta anche una delle porte di ingresso al versante occidentale del Parco nazionale della Maiella. Dalla sommità del suo abitato dominato dall’imponente duomo di impianto settecentesco realizzato su un presunto progetto attribuito a Luigi Vanvitelli (mai comunque documentato), si gode di una vista spettacolare su tutta la Val Pescara. Sconvolta dal terremoto del 1915, la facciata fu rinnovata nel decennio successivo ad opera dell’architetto Antonino Liberi, cognato di Gabriele d’Annunzio. Tra le altre particolarità del borgo, palazzo Farnese colpisce per l’eterogeneità della sua struttura che può essere intesa come castello medievale, cinta fortificata, palazzo nobiliare o anche casa rurale a seconda del punto di vista con il quale si osserva. La settecentesca Villa Olivieri de Cambacérès ospita al suo interno lo straordinario Museo dei Fossili e delle Ambre dove sono custoditi reperti provenienti da tutto il mondo in grado di raccontare la storia degli ultimi 500 milioni di anni del nostro pianeta. Poiché l’amore trova il suo compimento anche nella condivisione del cibo, soprattutto se di qualità, per rendere la visita più gustosa ci si può concedere l’assaggio di un gelato o altre dolcezze da La Gelateria di San Valentino, premiata con il simbolo del Cono dalla guida alle Gelaterie d’Italia del Gambero Rosso nell’edizione 2021. Oppure addentare una fragrante pagnotta di pane appena sfornata, altra specialità alimentare della zona.
Lasciata la provincia di Pescara entriamo in quella dell’Aquila. Qui la tappa obbligata è Sulmona, città natale del poeta latino Publio Ovidio Nasone, cantore in gioventù dell’Ars amatoria e dell’Amores declinato in tutte le sue infinite sfumature, omaggiato fin sullo stemma comunale con le iniziali SMPE del suo celebre verso «Sulmo Mihi Patria Est» e con una statua in bronzo posta in piazza XX Settembre. Lo splendido capoluogo peligno, oltre ad essere caratterizzato da un nucleo storico che vede nel complesso della Santissima Annunziata e nell’acquedotto medievale in piazza Garibaldi solo due delle innumerevoli meraviglie da cui è composto, poco fuori le mura contempla tre autentici gioielli incastonati nel ventre ed ai piedi del massiccio del Morrone, vale a dire l’eremo celestiniano di Sant’Onofrio – il più votato in Abruzzo (e al nono posto a livello nazionale) nell’ambito dell’ultima edizione del concorso sui Luoghi del Cuore indetto dal FAI Fondo Ambiente Italiano –, l’area archeologica del santuario di Ercole Curino e la Badia Morronese di Santo Spirito, attualmente sede del Parco nazionale della Maiella e punto di partenza di un sistema di itinerari cicloturistici denominato Cuore d’Abruzzo in bici, capace di raggiungere ventisette comuni sparsi tra la Valle Peligna, la Valle Subequana, la Valle del Sagittario e l’Alto Sangro. Quest’ultimo comprensorio si può raggiungere anche a bordo di treni storici sulla mitica Ferrovia dei Parchi, la linea Sulmona-Carpinone-Isernia già conosciuta con l’evocativo nome di Transiberiana d’Italia, che dal 1897 solca gli Appennini collegando le terre di mezzo abruzzesi-molisane, oggi utilizzata esclusivamente in chiave turistica.
Che decidiate o meno di suggellare il vostro idillio amoroso con il matrimonio, Sulmona rappresenta comunque una meta obbligata per tutti gli amanti dei confetti, qui prodotti fin dalla fine del Settecento e venduti nelle diverse botteghe cittadine confezionati in coloratissimi ed originali mazzetti di fiori o in altre forme e raffigurazioni. Un museo storico istituito negli spazi dell’antico edificio della fabbrica Pelino – la più antica, attiva fin dal 1783 – ne racconta la storia e la tradizione grazie anche all’esposizione di originali macchinari d’epoca. Sono inseriti dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) italiani al pari dell’aglio rosso, altra gustosa tipicità locale, da assaggiare magari durante una cenetta tête-à-tête seduti ai tavoli da Clemente, storica insegna cittadina ricavata nelle scuderie di un palazzo ottocentesco, meritoriamente recensita nella guida alle Osterie d’Italia di Slow Food e gratificata dalla guida Michelin con il simbolo del Bib Gourmand assegnato a quei ristoranti che propongono una piacevole esperienza gastronomica con un menu completo a meno di 35 €.
Addentrandosi lungo la strada regionale 479 Sannite che segue il corso del fiume Sagittario si arriva nell’incantevole Scanno, inserito nell’associazione dei Borghi più belli d’Italia e premiato dalla Bandiera Arancione del Touring Club d’Italia. È sicuramente uno dei luoghi più romantici d’Abruzzo, omaggiato dai più grandi fotografi di tutto il mondo e reso ancor più unico grazie al particolare perimetro del suo lago che se osservato da una determinata posizione assume la sorprendente forma di un cuore. Il punto è raggiungibile grazie ad un comodo cammino denominato – nomen omen – il Sentiero del Cuore, che dal paese in meno di un’ora conduce al luogo di avvistamento dove l’amore, qui declinato anche in chiave naturalistica, trova il suo apice.
Tornati a valle il consiglio è di perdersi tra viuzze, piazzette e scalette del borgo alla scoperta degli scorci immortalati da artisti del calibro di Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin e tanti altri, e soprattutto delle botteghe artigiane di lavorazione del tombolo e dell’arte orafa, che trova in monili come la Presentosa, l’Amorino e le Manucce la propria massima espressione. E se non siete ancora sazi di tanta bellezza, una visita da Angelo Di Masso – terza generazione di pasticcere, membro del sodalizio Qualità Abruzzo che raccoglie l’eccellenza regionale della ristorazione e della pasticceria – concluderà la vostra esperienza nel modo più goloso e dolce possibile. Se al contrario preferite i gusti sapidi dei formaggi, una tappa al bio-agriturismo Valle Scannese risulterà altrettanto imprescindibile, tenendo presente che alcune creazioni del mastro casaro Gregorio Rotolo come il Gregoriano – una sorta di pecorino spalmabile e cremoso – ed il Trittico – un caciocavallo gigantesco realizzato con latte biologico di mucca (85%), pecora (10%) e capra (5%) – possono creare dipendenza. Visitato, infine, nel mese di agosto, il borgo offre la possibilità di assistere alla sfilata del corteo de Ju Catenacce, rievocazione in costume tradizionale del matrimonio scannese.
Dirigendoci verso le sommità appenniniche, al di là dell’aura di romanticismo e mistero che ogni castello si porta inevitabilmente con sé, la suggestiva Rocca Calascio deve al cinema la sua fama di destinazione del cuore in quanto scenario di una delle storie d’amore più struggenti mai vista sul grande schermo. Stiamo parlando del film di genere fantasy Ladyhawke (1985) nel quale due amanti, destinati dalla maledizione di un vescovo malvagio a non incontrarsi mai contemporaneamente nelle fattezze umane se non per un breve attimo al sorgere ed al calar del sole, avendo condannato lui a trasformarsi ogni notte in un lupo solitario e lei in un agile falco durante il giorno, coroneranno il loro tormentato amore proprio sullo sfondo dei paesaggi abruzzesi, rendendo in questo modo l’iconico maniero uno dei luoghi più ricercati dagli innamorati per dichiararsi il fatidico per sempre. Magari preceduto dall’assaggio di un pezzo di Gran Sasso, squisito formaggio a pasta dura e lunga stagionatura, della stessa consistenza del grana, realizzato con latte crudo di pecora da Federico e Gianni Faieta di Taberna Imperiale, che proprio nelle grotte ai piedi della rocca lo affinano dal 2011 insieme ad una versione realizzata più di recente utilizzando caglio vegetale da cardo selvatico chiamata Gran Sasso Cynara.
Oltrepassata la catena montuosa del Gran Sasso d’Italia – che se osservata dalla costa pescarese assume le sembianze di un profilo di donna distesa, tanto da essere comunemente definita la Bella Addormentata – ed entrando così in provincia di Teramo, la prossima romantica meta è la fidelissima Civitella del Tronto, borgo tra i più belli d’Italia dominato dall’imponente Fortezza borbonica, ultimo baluardo del regno a cedere all’avanzata dell’esercito piemontese. Qui è possibile seguire un itinerario inedito allestito dall’associazione culturale Nina onlus per ripercorrere le orme della tormentata storia d’amore vissuta tra il patriota Carlo Pisacane – trasferito nel 1841 nelle celle del carcere borbonico – e Gaetanella, all’epoca la donna più bella del paese. La visita guidata – alla quale si può abbinare anche cena e (volendo) pernotto all’hotel ristorante Zunica 1880, storica insegna garanzia di qualità – si concluderà con la visita al Museo Nina, spazio culturale ed identitario che racconta la storia della città attraverso una collezione appartenuta alle famiglie nobili del luogo composta da documenti, abiti di alta moda, gioielli, antichi tessuti ed una preziosa camera da letto. Tra i luoghi significativi da visitare nel borgo anche la cosiddetta Fontana degli Amanti, eretta nel 1863 da Vincenzo Iannetti, «[…] famosa per essere luogo di sguardi rubati, incontri furtivi, promesse eterne non sempre mantenute», come si può leggere sul sito del comune.
Prima di lasciare la provincia di Teramo, il nostro tour d’amour prevede una tappa a Tortoreto dove dalla scorsa estate l’amministrazione comunale ha fatto installare quattro cartelli con la scritta «KISS… PLEASE» in altrettanti punti panoramici (due sul lungomare Sirena, uno nei giardini di piazza Campo della Fiera ed uno nei giardini del Belvedere), invitando coppie di turisti e cittadini a baciarsi, fotografarsi e successivamente condividere le immagini sui social corredandole con hashtag dedicati. Magari subito prima, o subito dopo, aver apprezzato un gelato alla gelateria A Casa di Ludo, premiata con Due Coni dalla guida alle Gelaterie d’Italia del Gambero Rosso nell’edizione 2021. Oppure dopo aver conosciuto ed apprezzato il progetto culturale, gastronomico ed educativo che sta alla base del lavoro portato avanti con passione dall’agriturismo Terra di Ea, novità assoluta per l’edizione 2022 della guida alle Osterie d’Italia di Slow Food.
Il viaggio tra le romantiche terre d’Abruzzo giunge quindi in provincia di Chieti toccando Torrevecchia Teatina, piccolo paese situato non lontano da Pescara. Nella sede del settecentesco palazzo del Marchese Valignani dal 2011 sorge uno spazio a suo modo unico, il Museo della Lettera d’Amore. Oltre a raccogliere le circa diecimila lettere pervenute al concorso omonimo, espone donazioni di notevole interesse storico e culturale, come le circa 3500 testimonianze scritte dai fedeli di tutto il mondo all’allora Papa Giovanni Paolo II e deposte accanto alla sua bara nel giorno dei funerali.
Proseguendo verso sud, tra le colline teatine e frentane contrappuntate da vigneti ed uliveti a perdita d’occhio e poi addentrandosi verso il cuore della Val di Sangro, il piccolo centro di Roccascalegna si caratterizza, anche visivamente, per la sagoma inconfondibile del suo cinematografico castello letteralmente incastrato nell’ammasso roccioso che domina la valle del Rio Secco, affluente dell’Aventino, immortalato dal regista Matteo Garrone nel suo film “Il racconto dei racconti” del 2015. Al maniero è legata la leggenda che ha per protagonista il barone Corvo de Corvis e l’editto dello Jus Primae Noctis da lui reintrodotto nel 1646, in forza del quale ogni novella sposa del feudo avrebbe dovuto passare con lui la prima notte di nozze, finendo poi accoltellato nel talamo nuziale proprio ad opera di una sposina o di un marito travestito da sposa, lasciando impressa sulla roccia della torre, poi crollata nel 1940, l’impronta della sua mano insanguinata prima di morire. «Benché si provasse a lavare il sangue dalla roccia, esso continuava a riaffiorare e ci sono tutt’oggi persone anziane che sostengono di aver visto la mano di sangue anche dopo il crollo», come si può leggere sul sito https://www.castelloroccascalegna.com/ dove è possibile anche prenotare la visita.
Per alleviare l’amarezza della tragica storia è possibile spostarsi nel vicino comune di Altino per far incetta del famoso peperone dolce, chiamato nel dialetto locale a cocce capammonte per la sua forma particolare. Di colore rosso intenso, è inserito tra i prodotti tutelati dal marchio dei Presìdi Slow Food. Dopo averlo fatto essiccare all’aria e tostare in forno, si trita più o meno finemente per poi essere utilizzato come condimento della pasta, per la preparazione degli insaccati come la Ventricina del Vastese oppure per accompagnare piatti a base di baccalà, carne di maiale o verdure.
Sulla scia di altri amori infelici arriviamo infine davanti all’immensità dell’Adriatico dove, ai piedi del Castello Aragonese di Ortona posto a dominio della costa, la ciottolosa Spiaggetta della Ritorna accanto al faro deve il suo nome alla triste leggenda della principessa che, nella vana attesa del rientro a casa dell’amato cavaliere, affida per anni al mare il suo grido disperato «ritorna!» prima di finire inghiottita dalle acque e ricongiunta finalmente a lui nella profondità degli abissi. Anche in questo caso la condivisione della tavola può aiutare sia a consolarci per un amore perduto, sia a rinsaldare i legami con le persone a noi care. Gli indirizzi da segnare per gustare dell’ottimo pescato locale sono quelli della Trattoria San Domenico posta proprio di fronte allo scenografico maniero e di Al Vecchio Teatro sul vicino corso Garibaldi, con ingresso anche dalla panoramica Passeggiata Orientale, entrambe insegne segnalate dalla guida alle Osterie d’Italia di Slow Food. E per suggellare il patto d’amore – anche col territorio – cosa c’è di meglio di un brindisi con i sempre più raffinati vini d’Abruzzo nelle sale dell’Enoteca regionale all’interno dello storico palazzo Corvo?
Raggiungibile anche a piedi o in bicicletta grazie alla spettacolare pista ciclopedonale realizzata sull’ex tracciato ferroviario che si dipana parallelo al mare, San Vito Chietino rappresenta il termine del nostro viaggio. È (anche) qui, nell’eremo con vista sull’incanto naturale della Costa dei Trabocchi, che il poeta Gabriele d’Annunzio visse la sua passionale storia d’amore con la bella romana Barbara Leoni; ed è sempre qui dove in parte scrisse e ambientò la tragedia Il trionfo della morte, tra il Trabocco del Turchino ed il Promontorio Dannunziano poco distante, luoghi iconici e di struggente romanticismo, dai quali godere panorami meravigliosi e mutevoli dall’alba al tramonto, immersi tra i profumi ed i colori delle ginestre e degli agrumi baciati dal mare che abbiamo raccontato nel dettaglio QUI.
Emozioni poi trasferibili nel piatto grazie ad una serie di luoghi del gusto presenti in zona che aiutano a volersi bene, da L’Angolino da Filippo 1891 – dove il patron Carlo De Sanctis, fin dagli albori associativi in Qualità Abruzzo, dispensa con inalterata passione piatti iconici come i Tacconcini alla Filippo in brodo di pesce – allo street food de L’Arte del Pane del maestro Vinceslao Ruccolo, regno di pizze al trancio e altri lievitati da assaporare magari passeggiando mano nella mano sul molo al calar del sole. Fino alla defilata Bottega Culinaria della chef Cinzia Mancini, lontana dagli occhi della massa vociante della marina – nascosta com’è nella campagna di contrada Pontoni – ma straordinariamente capace di colpire al cuore con la sua cucina essenziale e di ricerca, innovativa ed originale, delicata ma di gran gusto, alla quale concedersi senza riserve come nelle più travolgenti storie d’amore.