testo di Ivan Masciovecchio.
L’anfiteatro romano di Amiternum poco distante dall’Aquila, la grangia di Santa Maria del Monte immersa nella vastità di Campo Imperatore, la cinematografica Rocca Calascio, la Cima Alta dei Prati di Tivo tra le vette del Gran Sasso teramano, le gole e l’abbazia di San Martino in Valle tra le viscere della Majella madre, la chiesa di San Pietro ad Oratorium ai piedi di Capestrano.
Punti cardinali di un Abruzzo incantevole e in gran parte sconosciuto anche ai suoi stessi abitanti, mut(u)ati dallo scorso anno in veri e propri Paesaggi Sonori grazie all’originale progetto messo in piedi con un pizzico di sana follia dai giovani Massimo Stringini e Flavia Massimo con l’intento di promuovere tutta l’unicità del territorio regionale attraverso inedite esperienze di turismo sostenibile e responsabile, valorizzandone le meraviglie naturalistiche e culturali unendo le proprie comuni passioni per la musica, la montagna, l’arte e l’ambiente.
Un cammino verso la bellezza giunto quest’anno alla sua seconda edizione che in sei tappe – dal 26 maggio al 20 agosto scorsi – ha visto il coinvolgimento di ben 1500 persone; un piccolo, grande esercito di viaggiatori sognatori i quali, grazie ad eventi unici ed irripetibili, hanno potuto conoscere ed apprezzare le straordinarie potenzialità di una terra negli ultimi tempi fin troppo oltraggiata dalla virulenza di una natura che sa essere anche matrigna e, soprattutto, dalla malvagità dell’uomo.
«Se durante l’estate l’intento è stato quello di vivere la montagna abruzzese instaurando un legame tra musica e ambiente – raccontano a Tesori d’Abruzzo Massimo e Flavia –, per la stagione invernale invece il filo conduttore del nostro viaggio si dipanerà attraverso la scoperta di chiese, abbazie e castelli spesso dimenticati, luoghi storico-culturali ricchi di fascino in grado di rinsaldare, mediante il connubio tra arte e musica, il rapporto dell’uomo con il proprio territorio».
Inquadrato nel suggestivo titolo di Slow Cultural Concert, il programma invernale ancora in via di definizione prevederà quindi tutte esperienze da vivere con lentezza, curiosità e passione, ambientate in contesti particolari nei quali, prima dello spettacolo vero e proprio, i partecipanti verranno coinvolti in un momento di approfondimento culturale capace di donare loro una maggiore consapevolezza del luogo nel quale di volta in volta ci si troverà immersi. Una promozione del territorio portata avanti attraverso un approccio dal basso innovativo e di qualità, nonché mediante una determinazione straordinaria che ha sorretto Massimo e Flavia anche nei momenti di maggior sconforto.
«Affrontare la stagione passata senza un minimo di interesse e/o sostegno da parte delle istituzioni pubbliche, se non in rarissimi casi, e degli imprenditori privati della nostra regione – proseguono – non è stato affatto incoraggiante, ma noi non ci siamo mai arresi, proseguendo sulla nostra strada avendo come unico obiettivo la valorizzazione della nostra bella terra. Certo, nel vedere che non troppo lontano da qui, con una idea simile alla nostra, benché caratterizzata esplicitamente da una valenza solidale legata al sisma di agosto 2016, c’è stata una mobilitazione generale di imprenditori, banche, assessori regionali e comunali, mentre noi invece stiamo ancora aspettando risposte alle email inviate l’anno scorso a vari enti pubblici e soggetti privati abruzzesi, un po’ amarezza ci assale…».
Nonostante la miopia delle istituzioni e del tessuto imprenditoriale locale, oltre all’unanime consenso delle migliaia di persone che hanno riempito di vita gli insoliti Paesaggi Sonori proposti nell’anno appena trascorso, Massimo e Flavia con il loro progetto – grazie esclusivamente alla propria caparbietà – hanno comunque ottenuto due importanti riconoscimenti come l’essere stati selezionati tra le venti migliori idee imprenditoriali in Italia per il turismo di montagna relativamente all’iniziativa FactorYmpresa Turismo promossa dal MiBACT e gestita da Invitalia, nonché l’aver ricevuto l’investitura da parte dell’Università di Teramo per l’organizzazione dell’evento inaugurale della campagna dei corsi di laurea 2017-18, offrendo a matricole e professori un indimenticabile concerto all’alba dopo un altrettanto suggestivo trekking notturno tra le faggete dei Prati di Tivo.
«Risultati che ci hanno riempito di gioia e soddisfazione, ripagandoci in parte dei tanti sacrifici fatti nel tempo – concludono i due concretissimi visionari –. Noi ci sentiamo forti e convinti di potercela fare, anche se ad un certo punto dell’estate siamo stati ad un passo dall’annunciare l’addio al Gran Sasso aquilano. Troppi gli ostacoli incontrati durante l’organizzazione per mancanza di una visione lungimirante, troppe le porte chiuse in faccia senza motivo. Abbiamo investito tutti i nostri risparmi per continuare a vivere in Abruzzo e per promuoverne le bellezze, evitando intenzionalmente di dare alle nostre iniziative un taglio solidale legato ai vari terremoti che pure ci hanno colpito nell’anima e nel corpo, consapevoli come siamo che la ricostruzione debba partire principalmente dentro noi stessi e dal nostro rapporto con la natura e col patrimonio culturale che ci circonda, vera grande ricchezza nazionale, non solo abruzzese. Continueremo fino a quando ci sarà possibile, sperando che quanto prima qualcuno comprenda e apprezzi i nostri sforzi, sostenendo con convinzione il nostro progetto di vita».
E per scoprire quali saranno le sorprese contenute nei prossimi Slow Cultural Concert non resta che continuare a seguire con lentezza, curiosità e passione il cammino di Massimo e Flavia dove tutto è selvaggio e tutto è silenzioso, verso quella bellezza cioè che anche grazie a loro abbiamo imparato a (ri)conoscere e ad amare, tanto da non poterne più fare a meno.