testo di Ivan Masciovecchio.
Contadini, mugnai, panettieri, pastai, pizzaioli, giovani gastronomi ma anche tecnici, ricercatori e cittadini consapevoli. Convocati dalla rete Slow Grains Italia tutti insieme si ritroveranno a Caltanissetta (CL) da sabato 20 a domenica 21 aprile per una due giorni dedicata ai grani tradizionali e alle loro potenzialità per un futuro più sano.
Inserito nel calendario di incontri The Road to Terra Madre pensato per anticipare i principali temi che animeranno l’edizione 2024 del grande evento internazionale in programma al Parco Dora di Torino dal 26 al 30 settembre prossimi e organizzato da Slow Food Italia e Slow Food Sicilia con il contributo del comune di Caltanissetta, l’appuntamento siciliano ha l’obiettivo di dimostrare che una filiera sostenibile dei grani tradizionali è possibile, dal campo alla trasformazione, per arrivare fino alle nostre tavole.
«Ripartire dai grani tradizionali significa non soltanto salvaguardare la biodiversità – afferma Roberta Billitteri, vice presidente di Slow Food Italia –, ma anche costruire nuove opportunità di sviluppo dei territori e delle loro comunità, nuove economie rispettose del pianeta e delle sue risorse. I grani tradizionali non appartengono a un passato al quale ritornare, piuttosto sono opportunità che guardano al futuro, dalle quali ricominciare, alternativa necessaria all’attuale modello di produzione cerealicolo. I produttori presenti a Caltanissetta sono la testimonianza che i loro grani favoriscono un’alimentazione più sana, modelli agricoli in armonia con l’ambiente, consumi locali e modelli virtuosi di economia circolare che alimentano e fanno crescere filiere locali, creano comunità e sono espressione dell’identità culturale di tanti territori».
Tra momenti di approfondimento, convegni e workshop (leggi QUI il programma completo della giornata di sabato 20 e QUI quello di domenica 21 aprile), palazzo del Carmine e piazza Garibaldi saranno il palcoscenico di numerose attività tutte ad ingresso gratuito (info e prenotazioni alla mail slowfoodsicilia@network.slowfood.it) dedicate alla filiera del grano arricchite anche da una mostra mercato aperta dalle 10 alle 22 con produttori in arrivo da tutta la Sicilia e dal resto d’Italia. Spazio inoltre agli immancabili Laboratori del Gusto dedicati al pane quotidiano, al cannolo e alla birra artigianale. Nella stessa area sarà possibile assaggiare le diverse proposte del cibo di strada siciliano.
Compreso tra i venti prodotti regionali tutelati con il marchio dei Presìdi Slow Food, il grano Solina dell’Appennino abruzzese rappresenta il cereale simbolo di queste terre. Numerosi detti popolari come “se il contadino vuole andare al mulino, deve seminare la solina” oppure “quella di solina aggiusta tutte le farine” ne certificano la sua centralità e importanza. Varietà di frumento tenero presente in Abruzzo fin dal XVI secolo, agli inizi del Novecento fu ibridato dal genetista Nazareno Strampelli per dar vita ad alcuni incroci con altre varietà locali. Coltivazione tipica dell’areale del Gran Sasso d’Italia compreso nelle province dell’Aquila, Teramo e Pescara, fino ai contrafforti marsicani, non teme il freddo, anzi. Viene seminato esclusivamente in autunno, da metà-fine settembre nei terreni posti a quote elevate (oltre i 750 metri), alla seconda-terza decade di ottobre nelle vallate interne più in basso ma comunque sempre a partire da 600 metri.
Raccolto verso fine luglio, ha una resa non elevata, attestandosi a circa venti quintali per ettaro. Dalla sua lavorazione si ricava una farina adatta principalmente per la produzione di pane e pasta fatti in casa. Dall’alta valle dell’Aterno all’Alto Sangro, dalla valle Peligna a quella Subequana, fino alla Marsica, attualmente sono una ventina i produttori attivi nel portare avanti il recupero e la valorizzazione di questa varietà antica seguendo i principi dell’agricoltura biologica e cercando di promuovere l’utilizzo della farina tra gli artigiani locali.