Originaria di Civitella del Tronto ed attiva nella produzione di vino da ben cinque generazioni, l’azienda agricola Barone Cornacchia conta oggi circa 60 ettari di vigneti, tutti coltivati a regime biologico in provincia di Teramo, nell’agro di Torano Nuovo. A guidare la cantina provvedono i fratelli Filippo e Caterina – che hanno raccolto il testimone da papà Piero –, il primo impegnato nella produzione e negli aspetti agronomici e la seconda nella vendita e nel marketing, con il supporto per la parte enologica di Goffredo Agostini.
Sostenibilità, rispetto per la storia e sguardo proiettato al futuro sono gli aspetti che contraddistinguono la produzione di questa storica realtà agricola, socia del Consorzio Colline Teramane Docg. Alle circa 200mila bottiglie prodotte annualmente tra Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo, Passerina e Pecorino, nel 2019 si è deciso di aggiungere anche un Trebbiano d’Abruzzo macerato, presentato e degustato in anteprima nei giorni scorsi ad una ristretta platea di addetti ai lavori.
«Nostro nonno Alessandro – raccontano i fratelli Filippo e Caterina – iniziò ad imbottigliare sia il Montepulciano che il Trebbiano d’Abruzzo. All’epoca la vinificazione avveniva dentro tini molto grandi e aperti nei quali si fermentava il vino insieme alle bucce. Ancora oggi prendiamo spunto da quelle bottiglie per la nostra produzione e così ispirandoci a quell’intensità e forte personalità, e per omaggiare nostro nonno, abbiamo deciso nel 2019 di riprendere quel tipo di vinificazione, facendo macerare il mosto con le bucce per questo nuovo Trebbiano».
La fermentazione di questo vino biologico vegano – certificato come tutta la produzione Barone Cornacchia – si è svolta a contatto con le bucce e la macerazione è avvenuta per 32 giorni in vasca di acciaio inox a temperatura controllata di 16-18° C. Terminata la fase di macerazione, a metà ottobre 2019 c’è stata la separazione delle bucce (svinatura) per mezzo di una pressa soffice. Successivamente il vino ha sostato sulle proprie fecce per 12 mesi in vasca di acciaio inox. Durante questa fase la massa è stata movimentata periodicamente con batonnage frequenti per portare in sospensione le fecce. Infine il vino ha completato l’affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi prima di essere disponibile per il mercato.
«Si presenta con un colore giallo carico intenso – aggiunge Filippo –, dorato con riflessi ambra. Al naso risulta complesso, parte con note di frutta matura, frutta secca, per poi rilasciare note balsamiche di menta e salvia. Pieno, rotondo e ruvido in bocca, con personalità. Lascia un finale piacevole malgrado la nota leggermente amara. Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto». «Abbiamo voluto presentare alla stampa in anteprima questo nuovo prodotto che rimanda però alla nostra storia enologica – concludono i fratelli –. È stata l’occasione per raccontarci, parlare delle colline che ci ospitano e di questo splendido territorio da cui derivano i nostri vini»