testo di Ivan Masciovecchio.
A coronamento di una stagione straordinaria, capace di far registrare un + 50% sul fronte delle presenze rispetto alla precedente, ci sono volute quattro corse bis e l’aggiunta di nuove carrozze per soddisfare (in parte) le oltre 3.000 richieste pervenute in pochi giorni per i treni storici del ponte dell’Immacolata, che dalla stazione di Sulmona partiranno alla volta dei suggestivi mercatini di Natale allestiti nelle località montane d’Abruzzo come Roccaraso, Pescocostanzo e Campo di Giove.
Nell’attesa del fischio di partenza, stremati ma felici, i ragazzi dell’associazione Le Rotaie – che con la preziosa collaborazione della Fondazione FS Italiane da diversi anni sono impegnati nell’organizzazione dei viaggi turistici sulla gloriosa linea ferroviaria Sulmona-Carpinone, altrimenti conosciuta come la Transiberiana d’Italia – puntano decisi verso il futuro, pubblicando in anteprima il nuovo calendario di corse previste per il 2017. Tra novità e conferme, come il Treno della Liberazione (25 aprile), il Treno del Vino (14 maggio), il Treno della Foresta (6 agosto) e il Treno del Tartufo bianco (5 novembre), saltano agli occhi quattro treni straordinari, di cui ben due con partenza da Pescara, vale a dire il Treno di Pasquetta e il Treno del Trekking.
«Con questa nuova programmazione – ci racconta Claudio Colaizzo de Le Rotaie – abbiamo voluto scavare nel passato di chi negli anni ’80 e ’90, partendo dalla costa adriatica, vedeva il viaggio in treno verso la Majella come una sorta di destinazione mitica, fiabesca, quasi bucolica. Ricordo ancora le partenze delle automotrici in composizione rinforzata piene di giovani comitive che in occasione delle festività affollavano i vagoni per andare a trascorrere giornate memorabili in montagna. Così vorremo fare per il 2017, proponendo sia una partenza di Pasquetta, sia una partenza inedita dedicata agli amanti del trekking, quando cioè ferrovia e sentieri di montagna diventano davvero un tutt’uno».
Un altro viaggio particolare sarà quello che permetterà di assistere all’alba sul Quarto S. Chiara.
«Si tratta di un vero e proprio esperimento che ci ha trovati subito entusiasti per la sua particolarità. É un appuntamento destinato in particolar modo ad un pubblico giovane, per vivere la montagna e il periodo del solstizio d’estate da escursionisti ed esploratori, con tante attività previste ed uno spettacolo teatrale sulla figura, le storie e la magia del lupo, uno degli abitanti simbolo della zona, sempre molto difficile da avvistare».
Del Treno della Transumanza, invece, che puoi dirci?
«Spesso, parlando con i viaggiatori, rievochiamo la civiltà della transumanza che per secoli ha caratterizzato le terre alte a cavallo dell’Appennino abruzzese e molisano. Non dimentichiamo che le vie verdi, fino all’avvento della ferrovia e successivamente delle strade, rappresentavano le uniche vie di comunicazione esistenti sul territorio. Riteniamo quindi doveroso rendere finalmente protagonista uno degli aspetti più caratterizzanti della nostra tradizione agropastorale attraverso due appuntamenti nei quali i partecipanti conosceranno e toccheranno con mano storie ed aneddoti dalla forte matrice identitaria».
Da Isernia la principale novità consisterà nel viaggio per assistere alla festa degli antichi mestieri a Pescocostanzo.
«Com’è noto le partenze dal Molise verso l’Abruzzo sono numericamente inferiori, essendo il treno storico ricoverato presso il deposito officina di Sulmona. Grazie alla tappa di Pescocostanzo quest’anno riusciremo ad abbinare la visita di uno dei borghi più affascinanti d’Italia alla scoperta della sua tradizione orafa ed artigiana, che proprio per l’occasione si metterà in mostra grazie a questa suggestiva rievocazione».
A proposito di Isernia, facci il punto sullo stato dei lavori alla sede del museo ferroviario.
«Dopo una prima parte in cui si è proceduto piuttosto speditamente, ora si è in una fase nella quale il comune sta valutando la migliore proposta per la realizzazione del parco urbano a tema ferroviario. Al momento è quasi un anno e mezzo che non possiamo fisicamente accedere al nostro museo ed aprire al pubblico quello che negli ultimi tempi era diventato un vero e proprio punto di riferimento per la città e non solo, tante erano le famiglie che nel fine settimana arrivavano anche dalle regioni limitrofe per visitare una collezione di documenti e cimeli di notevole importanza storica. Ci auguriamo che il progetto, i successivi lavori e la futura destinazione d’uso possano valorizzare al meglio lo scalo restituendogli la dignità storica che merita».
Anticipaci qualcosa sui festeggiamenti in programma per i 120 anni della Transiberiana.
«Il 2017 sarà un anno speciale. Già dalla fine dello scorso anno, in quel di Foligno, sono cominciati importanti lavori di restauro e manutenzione di alcune locomotive a vapore appartenenti al gruppo 940, per intenderci quelle che per decenni hanno viaggiato sulla Sulmona-Carpinone. Noi siamo speranzosi di poter rivedere sbuffare di nuovo dopo anni una vaporiera sull’Appennino, magari proprio in occasione di questa straordinaria ricorrenza. Sarebbe un piccolo grande sogno che si realizza!».
Parliamo un po’ delle criticità riscontrate quest’anno. Com’è stato il rapporto con le pubbliche amministrazioni?
«In generale si fa molta fatica ad ottenere una collaborazione non sporadica, si tratti di un semplice patrocinio o di un utilissimo aiuto logistico. Abbiamo purtroppo registrato anche alcuni esempi di comuni (due in particolare, uno in Abruzzo e uno in Molise) che avevano promesso un aiuto concreto ma che poi sono spariti nel nulla lasciando a noi l’onere di garantire con grande fatica e sacrifici quanto da loro programmato. Una amministrazione comunale che è andata in direzione felicemente contraria è stata quella di Palena la quale, insieme ad una grande rete di associazioni locali ed alla comunità tutta, si è dimostrata un grande esempio di amministrazione illuminata e ben disponibile a collaborare in maniera fattiva, rendendo il treno storico parte integrante dell’offerta turistica locale. Sicuramente uno degli obiettivi del nuovo anno sarà rendere partecipi attivamente tutti quei comuni che finora si sono mostrati più ricettivi e concretamente collaborativi, con la consapevolezza dell’importanza del treno storico come base da cui partire per dare all’esterno un’immagine positiva del proprio paese, soprattutto nei periodi cosiddetti di bassa stagione».
Quali sono le problematiche che vi trovate più comunemente ad affrontare?
«Direi quando bisogna raggiungere centri abitati distanti qualche chilometro dalla ferrovia. I comuni interessati purtroppo non capiscono che è loro primario interesse provvedere ad un servizio navetta verso il paese, oltre che ad accogliere degnamente gli ospiti che arrivano in visita. La stazione in passato è sempre stata la porta d’ingresso di una località; arrivare e non sentire la vicinanza della comunità locale non fa una bella impressione al viaggiatore, giunto magari anche da molto lontano».
E per quanto riguarda i privati? Capita ancora di arrivare in un luogo e di trovare tutto chiuso come già successo in passato?
«Il privato deve capire che tutto ciò che è stato creato e si sta evolvendo non è piovuto dal cielo e non deve essere considerato come un qualcosa di dovuto. Piuttosto è frutto di abnegazione, tanto studio e sacrifici che un manipolo di ragazzi stanno facendo da diversi anni senza alcun tipo di supporto se non quello dato dalla Fondazione FS Italiane e dal gruppo FS in generale. Da nessuno abbiamo preteso mai nulla perché operiamo nell’esclusivo interesse del territorio, ma ogni azienda, ogni albergatore, ogni ristoratore deve essere consapevole che l’accoglienza è il primo aspetto da curare, senza dimenticare mai ciò che c’era prima, o meglio ciò che proprio non c’era».
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