Mille emozioni per ogni stagione, un paesaggio incantevole che si trasforma durante tutto l’anno: è questo che offre la Riserva Naturale“Sorgenti del Pescara”.
Silenzio e grandi alberi nudi che incorniciano i tramonti invernali; calde sfumature di colore nel bosco, nella stagione autunnale; esplosione di colori primaverili, pittoresche fioriture, per giungere a gustare i vivaci toni estivi della vegetazione acquatica e dei boschi igrofili. Situata ai piedi del Colle di Capo Pescara, la Riserva è costituita da un limpido e cristallino specchio d’acqua di rara bellezza, originato da una miriade di piccole e grandi polle. Prima di emergere cristalline e fredde nel pianoro di Capo Pescara, nei pressi di Popoli, le acque percorrono per trenta giorni i meandri sotterranei del Gran Sasso, provenienti dagli inghiottitoi di Campo Imperatore. Anche l’acquifero del Sirente fornisce un importante contributo alle Sorgenti. La roccia calcarea permea una grande quantità d’acqua che riaffiora ai piedi di Colle Capo Pescara grazie al terreno impermeabile; percorrendo qualche chilometro, l’acqua va a confluire nel fiume Aterno, dando vita al fiume Aterno-Pescara. Un fitto canneto occupa le sponde circostanti dello specchio d’acqua, rendendo il paesaggio caratteristico.
Un sentiero didattico, alla portata di tutti, permette di raggiungere la parte centrale della riserva, dov’è possibile osservare le sorgenti del Pescara: acqua limpida e natura incontaminata, permettono di immergersi in un’oasi di tranquillità da provare almeno una volta nella vita. A chi ha voglia di vivere ancor di più l’avventura, è consigliato esplorare il Sentiero natura a circuito, percorribile anche da persone con disabilità motorie grazie all’uso delle jolette di cui la riserva dispone. Ad incorniciare lo specchio d’acqua, c’è il bosco ripariale e la macchia mediterranea del Colle.
Affacciandosi sulla natura è possibile gustare a valle la bellezza dello specchio d’acqua, a sinistra le Gole di Tremonti, dove s’incontrano il Parco Nazionale del Gran Sasso ed il Parco Nazionale della Majella, a destra la Valle Peligna e le prime cime del Parco Nazionale d’Abruzzo. Con numerosissime aree sorgentifere e una portata media di circa settemila litri al secondo, le Sorgenti di Capo Pescara danno origine ad un biotopo straordinario e unico per la nostra Regione.
L’aspetto naturalisticamente più interessante di Capo Pescara, dal punto di vista faunistico, è senz’altro legato alla presenza di una diversificata avifauna, il cui insediamento, o momentaneo stazionamento, risiede nella constatazione che il biotopo costituisce una delle poche zone umide dell’intera Regione. Numerose sono le specie che colonizzano l’area della sorgente, tra le quali l’Airone cinerino, il Martin Pescatore, la Cannaiola, il Cannareccione, numerose anatre di superficie, anatre tuffatrici, svassi. Dal punto di vista dell’ittiofauna, il bacino sorgentifero di Capo Pescara può essere considerato come il vero e proprio regno della Trota Fario che qui conserva le caratteristiche dell’autoctonia; di grande interesse scientifico è la presenza dello spinarello, in notevole diminuzione in moltissimi fiumi italiani. Nella zona delle Sorgenti del Pescara, soprattutto nei canali e formali ai lati dell’invaso, è presente la Lampreda di ruscello, ciclostoma divenuto rarissimo in Italia, scomparso in molti corsi d’acqua: è questo un caso di rarissimo interesse zoo-geografico, vivendo nell’intero arco adriatico, solo nei pressi delle Sorgenti del Pescara. Tra i crostacei bisogna certamente segnalare la presenza del Gambero di fiume. Molto diffuso in tutti i corsi d’acqua della zona fino alla seconda metà degli anni 70 ha rischiato l’estinzione a causa di una grave patologia causata da un fungo saprolegnale.
Il territorio delle sorgenti del Pescara, nel comune di Popoli, è sempre stato un luogo particolarmente amato dalle popolazioni locali. Nelle foto d’epoca dei primi del Novecento è, infatti, possibile scorgere un paesaggio delle sorgenti in cui i locali abitanti andavano a pesca di gamberi e trote con barche oppure una località prescelta dalle donne per fare i panni nel canneto e tra la vegetazione igrofila: si trattava, dunque, di un luogo di aggregazione sociale, di gioco, di pesca, di incontro e di riposo. Buona parte delle rive delle sorgenti erano utilizzate per la coltivazione della canapa, da cui oggi deriva il sentiero delle “canapine”. Ai quei tempi non c’era ancora l’autostrada Pesca-Roma e le sorgenti erano lambite solo dal tracciato ferroviario; con la creazione della Riserva Naturale Regionale “Sorgenti del Pescara” si è cercato di rinaturalizzare il più possibile il sito. Oggi, grazie all’impegno e alla costanza dei bravi ed esperti gestori, la Riserva è diventata un importantissimo sito naturalistico con vasta eco non solo in Abruzzo ma anche nel resto d’Italia.
L’aspetto faunistico più interessante è rappresentato da un rilevante numero di specie ornitiche: circa 110 specie, stanziali e di passo, sono state censite nella Riserva. La Gallinella d’acqua, presente con una nutrita colonia, è stata scelta, come simbolo della Riserva stessa: il piumaggio nero ed il becco rosso ne consentono facilmente l’identificazione. Ovunque ci si affacci, il fascino delle sorgenti del Pescara non può lasciare indifferenti, dagli arditi speroni rocciosi tripudio di mediterraneità ai fondali ricchi di idrofite, cangianti in mille sfumature di colore.