Testo Chiara Di Giovannantonio Foto Maurizio Anselmi
Viaggio attraverso forma e materia, nella produzione artistica dedicata alla città di Teramo di uno dei maggiori scultori del Novecento italiano.
Stiamo per intraprendere un cammino nel cuore della città di Teramo alla scoperta delle opere scultoree di Venanzo Crocetti (1913-2003), artista di origini abruzzesi che è stato uno dei protagonisti della scena artistica italiana del Novecento. Prima però, è d’obbligo fare qualche cenno sulla vita di questo scultore, nativo di Giulianova, che rimase orfano di madre a 10 anni, perdendo due anni dopo anche il padre. Affidato allo zio paterno, che faceva il muratore a Portorecanati, l’artista trovò fin da piccolo la forza di reagire al destino avverso con orgoglio e determinazione, a sostegno di un talento innato. Crocetti, che più tardi diventerà autore della porta in bronzo della Basilica Vaticana — denominata Porta dei Sacramenti e inaugurata da Paolo VI il 12 settembre 1965 —, esordì nel mondo artistico molto giovane. La sua prima esposizione avvenne nel 1930, quando aveva solo 17 anni, ma non tardò ad ottenere subito i primi riconoscimenti di prestigio, ricevendo tre inviti consecutivi alla Biennale di Venezia. Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti e le partecipazioni alle Quadriennali di Roma, da quel momento in poi, la presenza di Crocetti nel panorama artistico italiano divenne una costante, con interessanti parentesi estere, come quelle in Giappone. «Non ho teorie. Apprezzo e curo molto le raffinatezze della materia, perché sento che mi fa padrone della fedele espressione delle mie concezioni: ma da sola la tecnica nulla vale», scriveva l’allora 26enne Venanzo Crocetti, «Lascio che l’ispirazione dell’opera venga da sé e m’affido ad essa. […] E vorrei non essere frainteso. Qualche altra nota, meno essenziale? Mi piace l’ordine in tutto. E sopra ogni altra cosa, amo la mia arte». Iniziò così una lunga e fortunata stagione critica che lo accompagnerà fino agli anni Sessanta, con opere sobrie ed eleganti, frutto di un’ispirazione che guarda al mondo classico pur esprimendosi attraverso un linguaggio chiaramente contemporaneo. L’artista abruzzese ricoprì incarichi nelle presidenze e nelle cattedre di scultura delle grandi Accademie nazionali, nonostante avesse un temperamento schivo. Erede della cattedra di Arturo Martini all’Accademia di Venezia, Crocetti insegnò successivamente a Firenze e infine a Roma. Lo scultore mantenne sempre un forte legame con il suo Abruzzo, anche se gli impegni artistici lo allontanarono dalla sua terra d’origine. Le sue opere possono essere ammirate anche nel Duomo di San Flaviano di Giulianova, la città che gli diede i natali, nel quale sono conservate il “Crocifisso” bronzeo posto sull’altare maggiore e la “Madonna col bambino e angeli” fatta in pietra e marmo. È Teramo, però, il luogo in cui è possibile avviare un breve ma proficuo percorso esplorativo alla ricerca di alcune opere bronzee di Crocetti ubicate all’aperto, in diversi angoli della città: nella terrazza della Banca, nelle piazze e nel Duomo le sue creazioni sono inserite nella vita pulsante del centro. Inoltre, nel 2013 è stato inaugurato anche il museo della scultura “Crocetti-Pagliaccetti”, che ospita le opere dei due artisti abruzzesi, tra cui alcuni pezzi della collezione privata della famiglia Tancredi. E proprio da qui alla fine di settembre è partita “La cerbiatta morente” di Venanzo Crocetti, scelta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi assieme ad altri pezzi, per essere esposta nel padiglione Eataly, all’interno dell’Expo di Milano, fino al 31 ottobre 2015. Il nostro viaggio comincia nel parco dei Tigli dove, nel tratto finale di viale Mazzini, con la catena del Gran Sasso sullo sfondo, si può ammirare il complesso scultoreo “Monumento ai Caduti di tutte le Guerre”, realizzato da Crocetti tra il 1960 e il 1968. Il gruppo di sculture, che superano i quattro metri d’altezza, circondano la statua del “Giovane Cavaliere della Pace”, che si trova esattamente al centro della rappresentazione epica. La figura serena e proiettata al futuro del giovane è circondata sui lati da tre imponenti sculture svettanti, che esprimono il sacrificio dei “Caduti del Cielo”, i “Caduti del Mare” e i “Caduti della Terra”, con le loro forme nervose e allungate all’estremo. Le immagini sofferenti e scavate dei caduti, distinte e lontane l’una dall’altra, sono verticalizzate, con i corpi tutti protesi verso il momento supremo dell’eroismo, a ricordare il sacrificio per una causa superiore. Davanti a quello che si presenta come un vero e proprio mausoleo, altamente simbolico, ogni anno si svolge l’omaggio delle autorità cittadine ai Caduti il 4 novembre, nell’anniversario della Vittoria. Altre creazioni dell’autore sono ospitate nella “Piccola Loggia dei Lanzi” della Banca di Teramo, uno spazio ideato su iniziativa di Antonio Tancredi, presidente della Banca e della Fondazione Crocetti. L’esposizione permanente a cielo aperto racchiude alcune sue opere particolarmente significative, come le modelle e le ballerine in diverse pose, gli animali, fino ad arrivare al culmine nel “Giovane Cavaliere della Pace” che ha sul capo un serto d’alloro. Quest’ultima creazione, in una differente versione, è stata esposta per gli ideali a cui è ispirata in molte grandi città nel mondo, dall’Ermitage di San Pietroburgo al Museo di arte contemporanea di Hiroshima, passando per il Parlamento europeo di Strasburgo e il Palazzo dell’Onu di New York. Spostandosi nel cuore del centro storico di Teramo, arriviamo in piazza Orsini dove, al centro di un piccolo giardino, c’è la statua dedicata alla Maternità, collocata su un piedistallo. Il bronzo, realizzato nel 1998, ritrae una madre, splendida nella sua nudità, immortalata nell’atto di sollevare un bambino vestito. L’impressione che si ha osservando l’affascinante statua è che il piccolo possa scalciare gioiosamente in aria da un momento all’altro, tanto è vitale la resa. La donna, al contrario, con le sue forme morbide e lo sguardo carico d’amore rivolto verso il figlio, sembra operare una sorta di seduzione naturale che ispira un ritorno interiore alla fanciullezza e alle origini. L’opera, situata all’aperto dinanzi al Municipio, in un angolo raccolto tra il Duomo e il Vescovado, riporta una targa datata al 13 maggio 2010 che reca sulla base il simbolo dell’Unicef e la scritta «…Per ogni bambino. Salute, Scuola, Uguaglianza e Protezione». Infine, nella centralissima Piazza Martiri della Libertà, sul retro del Duomo di Teramo, all’interno del portale che simula l’ingresso alla cattedrale, in realtà murato, è incastonato un pregevole pannello scultoreo bronzeo, scolpito a basso rilievo, che raffigura l’”Annunciazione”. Si tratta dell’ultima creazione del Crocetti, progettata a partire dal 1998, che procurò all’artista numerosi ed illustri riconoscimenti, tra cui quello del Papa. L’opera, che si staglia sulla scalinata dove si affollano i giovani universitari, è completata dalla sovrastante colomba di Silvio Mastrodascio. L’inaugurazione del bassorilievo è avvenuta nella primavera del 2000, tre anni prima della scomparsa dell’artista.